Giovanni Battista, testimone della divinità e dell’umanità di Cristo nell’iconografia ortodossa antica.

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L’iconografia può essere vista come una testimonianza dell’esegesi e della spiritualità cristiana nel corso della storia. Considerando le rappresentazioni di Giovanni Battista, possiamo cogliere gli aspetti differenti propri alle varie epoche, riflesso dei dibattiti che sollecitavano le risposte dei credenti1.

Catacombe di San Callisto, zona di Lucina - Battesimo di Cristo
Catacombe di San Callisto, zona di Lucina - Battesimo di Cristo
Giovanni Battista è testimone della divinità di Cristo. Il quarto vangelo mette sulla sua bocca queste parole: “«Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio” (Gv 1,32.34)

Le più antiche immagini in cui compare la figura del Precursore lo associano alla scena del battesimo. In esse Giovanni non è caratterizzato da tratti o abbigliamento particolari: ciò che permette di leggerle come il battesimo di Cristo è la presenza di un volatile, significante lo Spirito santo. Le troviamo già nel III sec. nelle catacombe (Catacombe di san Callisto, zona di Lucina e cubicolo dei sacramenti - inizio III sec.) e sui sarcofagi (ad es.: sarcofago di Santa Maria Antiqua, 275 ca.)2.

Sarcofago di Santa Maria Antiqua
Sarcofago di Santa Maria Antiqua
A partire dalla metà del VI sec. sono documentate raffigurazioni del Battista come figura isolata. I contesti in cui Giovanni appare inducono a leggerlo come testimone delle due nature di Cristo: quella divina e quella umana. Il ruolo di Giovanni quale testimone dell’umanità di Cristo è un tema ricorrente negli scrittori contemporanei, ripreso negli inni e nelle omelie, insieme alla sottolineatura che la sua testimonianza era basata su un’esperienza fisica3.

Parenzo (Poreč) Basilica EufrasianaA Parenzo, nella Basilica Eufrasiana dedicata alla Vergine Maria, il Battista è raffigurato in piedi nell’abside, insieme a Zaccaria e a un angelo, al centro del registro in cui si trovano i due grandi mosaici dell’Annunciazione e della Visitazione. L’esultanza di Giovanni, ancora nel grembo di Elisabetta, è la testimonianza che conferma quanto annunciato dall’angelo a Maria4.

Giovanni Battista e Zaccaria appaiono anche nel frammento di un’ampolla (fine VI sec.) proveniente dalla Terra santa, conservata a Bobbio. Sotto la mandorla con Cristo in gloria si trova la Vergine in atteggiamento orante e ai suoi lati ci sono Zaccaria, con un incensiere in mano, e Giovanni che indica Cristo con la mano destra e nell’altra tiene un rotolo recante la scritta: “Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29).

Testimone dell’umanità di Cristo, Giovanni, come Maria, sta all’incrocio tra l’Antico e il Nuovo Testamento, ne segna l’unità e il passaggio. Gesù lo aveva definito più che un profeta, messaggero5 mandato a preparare la via, e aveva detto: “Tutti i Profeti e la Legge hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell'Elia che deve venire” (cf. Mt 11,9-14).

Ravenna - Cattedra di Massimiano
Ravenna - Cattedra di Massimiano
Nel VI secolo il legame tra Giovanni ed Elia viene sottolineato iconograficamente dalle vesti (il mantello di pelle annodato sul davanti, usato anche dai monaci del deserto), topograficamente dall’identificazione del luogo del battesimo con quello dal quale Elia era stato rapito in cielo (in questo luogo viene celebrata la festa della Teofania), e nel culto (poiché nella basilica di Sebaste, accanto al corpo del Battista, erano venerate le reliquie del profeta Eliseo).

A Ravenna, al centro del pannello frontale della cattedra di Massimiano (metà del VI sec.), il Battista è raffigurato affiancato dai quattro evangelisti: è vestito con una lunga tunica e il mantello profetico e tiene in mano un disco con un agnello (Agnello di Dio). Su questa cattedra, forse utilizzata per intronizzare i vangeli, sono rappresentate scene del Nuovo (16) e dell’Antico Testamento (10).

Santa Caterina del Sinai
Santa Caterina del Sinai
A Santa Caterina del Sinai (VI sec.), il Battista compare sull’arco trionfale della chiesa. Su di esso, sotto le grandi immagini del Roveto ardente e della consegna della Legge a Mosè vi sono i medaglioni della Vergine e del Battista, posti simmetricamente ai lati di quello centrale dove è raffigurato l’Agnello di Dio. Questa composizione è stata considerata come il primo esempio del tema della Deesis6. L’arco trionfale incornicia l’abside in cui si trova il grande mosaico della Trasfigurazione, contornato dai medaglioni di tutti i profeti e da quelli degli apostoli e degli evangelisti, rispettivamente lungo la parte inferiore e lungo la semicirconferenza. Il tema della continuità tra i due Testamenti è programmatico in questa chiesa fatta costruire da Giustiniano a metà del VI secolo, sul monte venerato come luogo del dono della Legge.

Proveniente da Santa Caterina del Sinai è un’icona ad encausto7 di modeste dimensioni con l’immagine di Giovanni in piedi, indicante il medaglione di Cristo, in alto alla sua destra, mentre sul lato opposto si trova un medaglione della Vergine. È vestito con l’abito e il mantello dei profeti e ha un’abbondante capigliatura incolta, secondo la tipologia che ormai lo caratterizza; tiene un rotolo con la scritta “Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29).

Kiev  icona di Giovanni Battista proveniente da Santa Caterina del Sinai
Kiev icona di Giovanni Battista proveniente da Santa Caterina del Sinai
Questa icona sembra corrispondere alle decisioni del concilio del 6928. Cristo è rappresentato non con un simbolo, ma attraverso i tratti del suo volto e annunciato dalla parola 9

Nella chiesa di Santa Maria Antiqua a Roma si trova un affresco con Cristo affiancato dalla Vergine e dal Battista, risalente probabilmente all’epoca del pontificato di papa Martino I (649-653) e formalmente simile all’immagine che a partire dal X secolo sarà conosciuta come Deesis. Proprio per il periodo in cui è stato dipinto è possibile che anch’esso avesse lo scopo di confermare la fede nella piena umanità del Cristo. Testimonianze letterarie ci informano che nell’area bizantina esistevano rappresentazioni della Deesis anche prima dell’iconoclasmo, che tuttavia non sono giunte fino a noi10.

L’immagine della Deesis (la parola significa preghiera, intercessione) non ha alcuna connotazione narrativa. È la trasposizione pittorica delle preghiere della liturgia bizantina nelle quali Maria e Giovanni Battista hanno un posto privilegiato che precede, nella commemorazione, gli apostoli e i santi. Maria, che ha reso possibile l’Incarnazione, e Giovanni che è stato il Precursore di Cristo sono gli intercessori più accreditati in favore dell’umanità.

Santa Maria Antiqua: Deesis
Santa Maria Antiqua: Deesis
La Deesis appare normalmente sotto due forme, o come unità indipendente, in cui compaiono solo le figure di Cristo, della Vergine e del Battista, o come tema centrale in composizioni più complesse: il Giudizio finale e la Grande Deesis.

L’immagine della Deesis manterrà le due valenze di visione e di supplica. Nell’XI secolo il programma iconografico delle chiese assunse uno specifico significato liturgico. A questo periodo risale lo sviluppo del tema iconografico del Giudizio finale: in esso figurano l’etimasia, il trono

Monte Athos, Monastero di Vatopedi (fine XI - inizi XII secolo)
Monte Athos, Monastero di Vatopedi (fine XI - inizi XII secolo)
su cui sta il Vangelo, e la Vergine e il Battista come intercessori. Nello stesso periodo la Deesis inizia a comparire sulle icone del templon, l’elemento architettonico di separazione tra presbiterio e navata, da cui avrà origine l’iconostasi.Negli sviluppi successivi essa occuperà un registro dell’iconostasi, in cui si trovano Cristo seduto su un trono al centro, la Vergine e il Battista accanto a lui, seguiti da angeli e santi che si inchinano verso il Signore (Grande Deesis).


Queste immagini fanno intravvedere le realtà celesti nelle quali anche l’umanità ha un posto, perché Cristo ha

Santa Caterina del Sinai, Epistìlio con Deesis e Feste (1200 ca)
Santa Caterina del Sinai, Epistìlio con Deesis e Feste (1200 ca)

assunto la nostra umanità ed ha associato alla sua gloria i santi, tra i quali Maria e il Precursore sono quelli a lui più vicini.



NOTE ALL'ARTICOLO

1 K. CORRIGAN, The Witness of John the Baptist on an Early Byzantine Icon in Kiev, DOP 42 (1988), p. 1-11

2 Nei dipinti delle catacombe, le scene del battesimo presentano generalmente alcuni elementi distintivi: una piccola figura nuda -un giovane o un bambino- in un ruscello o sotto un fiotto d’acqua, la figura più grande di un uomo vestito che pone la mano destra sul capo del giovane e una colomba che svolazza sopra le due figure. (R. JANSEN, Living water p. 5)

3 Vedi ad esempio: Romano il Melode (VI sec.) Inno per la Teofania I,10. Il tema dell’umanità di Cristo è particolarmente caro agli scrittori legati alla Terra santa e alla Siria e proprio in questa regione il culto del Battista ha conosciuto una grande diffusione e popolarità nei secoli VI e VII. Il culto di Giovanni profeta e delle sue reliquie è stato accolto anche nell’Islam. Nella Grande moschea di Damasco, costruita dove si trovava la cattedrale di Giovanni Battista è venerato il capo del Precursore (cf. Nancy KHALEK - Damascus after the Muslim Conquest, 2011, cap III).

4 Le più antiche testimonianze sicure di questi temi – Annunciazione e Visitazione - risalgono al VI sec. Le due immagini appaiono in coppia: Parenzo, ampolline di Terra santa, tessuti copti... “Le parole di Elisabetta sul Figlio di Maria non ancora nato permettevano di considerare l’episodio come una testimonianza del concepimento della Vergine.. (Gli artisti) posero l’annunciazione e la visitazione l’una accanto all’altra come due immagini parallele dello stesso tema, in cui il secondo elemento è aggiunto, conformemente alla tradizione iconografica contemporanea, per mostrare il primo testimone del concepimento di Cristo” (A. GRABAR, Les voies de la création en iconographie chrétienne, 1979, p 120)

5 Mt 11,10: messaggero, angelo, come in Mal 3,1; il richiamo agli angeli si ha anche nei padri, che assimilano la vita ascetica del Battista a quella angelica e nell’icona del battesimo dove Giovanni è rappresentato mentre compie il suo ministero assistito dagli angeli in qualità di diaconi.

6 WEITZMANN K., The Monastery of Saint Catherine at Mount Sinai. The Icons p.34. Ch. Walter sostiene che in questi esempi più antichi di quella che che sarà successivamente chiamata Deesis –supplica – il Battista e la Vergine devono essere considerati non come intercessori ma come testimoni (Walter, "Two Notes on the Deesis,", 1968, p.327 e K. CORRIGAN p. 5-6)

7 ora a Kiev (46x 25 cm), cf K. CORRIGAN op. cit. nota 1

8 in Trullo o Quinisesto, Costantinopoli 692, in cui fu stabilito che “l’agnello che toglie i peccati del mondo, Cristo nostro Dio, (deve essere rappresentato) secondo la figura umana così che, considerando per mezzo di lui la profondità dell’umiliazione del Verbo di Dio, veniamo condotti per mano al ricordo della sua incarnazione, della sua passione e della sua morte salvifica e della redenzione che di lì è venuta per il mondo»

9 La possibilità di rappresentare il volto di Cristo come rivelatore della sua divinità sarà al centro della controversia iconoclastica.

10 Sophronio di Gerusalemme PG 87, col. 3557

1 K. CORRIGAN, The Witness of John the Baptist on an Early Byzantine Icon in Kiev, DOP 42 (1988), p. 1-11

2 Nei dipinti delle catacombe, le scene del battesimo presentano generalmente alcuni elementi distintivi: una piccola figura nuda -un giovane o un bambino- in un ruscello o sotto un fiotto d’acqua, la figura più grande di un uomo vestito che pone la mano destra sul capo del giovane e una colomba che svolazza sopra le due figure. (R. JANSEN, Living water p. 5)

3 Vedi ad esempio: Romano il Melode (VI sec.) Inno per la Teofania I,10. Il tema dell’umanità di Cristo è particolarmente caro agli scrittori legati alla Terra santa e alla Siria e proprio in questa regione il culto del Battista ha conosciuto una grande diffusione e popolarità nei secoli VI e VII. Il culto di Giovanni profeta e delle sue reliquie è stato accolto anche nell’Islam. Nella Grande moschea di Damasco, costruita dove si trovava la cattedrale di Giovanni Battista è venerato il capo del Precursore (cf. Nancy KHALEK - Damascus after the Muslim Conquest, 2011, cap III).

4 Le più antiche testimonianze sicure di questi temi – Annunciazione e Visitazione - risalgono al VI sec. Le due immagini appaiono in coppia: Parenzo, ampolline di Terra santa, tessuti copti... “Le parole di Elisabetta sul Figlio di Maria non ancora nato permettevano di considerare l’episodio come una testimonianza del concepimento della Vergine.. (Gli artisti) posero l’annunciazione e la visitazione l’una accanto all’altra come due immagini parallele dello stesso tema, in cui il secondo elemento è aggiunto, conformemente alla tradizione iconografica contemporanea, per mostrare il primo testimone del concepimento di Cristo” (A. GRABAR, Les voies de la création en iconographie chrétienne, 1979, p 120)

5 Mt 11,10: messaggero, angelo, come in Mal 3,1; il richiamo agli angeli si ha anche nei padri, che assimilano la vita ascetica del Battista a quella angelica e nell’icona del battesimo dove Giovanni è rappresentato mentre compie il suo ministero assistito dagli angeli in qualità di diaconi.

6 WEITZMANN K., The Monastery of Saint Catherine at Mount Sinai. The Icons p.34. Ch. Walter sostiene che in questi esempi più antichi di quella che che sarà successivamente chiamata Deesis –supplica – il Battista e la Vergine devono essere considerati non come intercessori ma come testimoni (Walter, "Two Notes on the Deesis,", 1968, p.327 e K. CORRIGAN p. 5-6)

7 ora a Kiev (46x 25 cm), cf K. CORRIGAN op. cit. nota 1

8 in Trullo o Quinisesto, Costantinopoli 692, in cui fu stabilito che “l’agnello che toglie i peccati del mondo, Cristo nostro Dio, (deve essere rappresentato) secondo la figura umana così che, considerando per mezzo di lui la profondità dell’umiliazione del Verbo di Dio, veniamo condotti per mano al ricordo della sua incarnazione, della sua passione e della sua morte salvifica e della redenzione che di lì è venuta per il mondo»

9 La possibilità di rappresentare il volto di Cristo come rivelatore della sua divinità sarà al centro della controversia iconoclastica.

10 Sophronio di Gerusalemme PG 87, col. 3557