Il Metropolita Kallistos Ware (1934-2022) testimone dell’Ortodossia nel mondo contemporaneo

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Le Chiese ortodosse e più in generale l’ecumene cristiana hanno pianto da poco la scomparsa di una delle figure di spicco dell’ortodossia contemporanea: il grande uomo di chiesa e teologo Kallistos Ware, Metropolita di Diokleia, il quale, dopo un lungo periodo di lotta contro il cancro si è addormentato nella pace il 24 agosto 2022.

Il Metropolita Kallistos (Timothy Ware) è nato a Bath, nel Somerset, in Inghilterra (1934), e si è formato alla Westminster School di Londra e al Magdalene College di Oxford, dove ha conseguito una doppia laurea in lettere classiche e in teologia. Il 14 aprile 1958, all'età di 24 anni, abbracciò la fede ortodossa (era stato educato nella Chiesa anglicana). Molti anni dopo avrebbe descritto quest’esperienza in un celebre testo autobiografico, Estranea, eppure familiare: il mio viaggio verso la Chiesa Ortodossa, in cui rivelò come il momento decisivo fu l’incontro con l’esperienza liturgica ortodossa in una chiesa russa del centro di Londra; ma l’evento non fu da lui vissuto propriamente come una “conversione”, ma come una piena conferma di ciò che aveva sempre creduto. “Spesso si parla di conversione, cioè di passaggio da una comunità cristiana a un'altra. Credo che quest’uso non sia del tutto esatto. La conversione è a Cristo. Quindi, quando si parla di me come di un convertito, spero di essere convertito a Cristo... ma in questo senso io faccio risalire la mia conversione a qualche tempo prima di entrare nella Chiesa ortodossa”.

Nel 1966 fu ordinato presbitero nel Patriarcato ecumenico e tonsurato monaco presso il monastero di San Giovanni il Teologo di Patmos, ricevendo il nome di “Kallistos”, in onore di San Callisto Xanthopoulos, autore della Filocalia. In questo periodo ebbe come padre spirituale il celebre monaco greco Amphilokios (Makris) di Patmos, che lasciò su di lui una profonda impronta, come egli stesso più tardi ebbe a riconoscere.

Intanto proseguì la sua carriera accademica. Nel 1966 diventò Spalding Lecturer all'Università di Oxford in studi ortodossi orientali, incarico che mantenne per ben 35 anni, fino al suo pensionamento. Nel 1970 è stato eletto Fellow del Pembroke College di Oxford e nel 1971 nominato Senior Denyer and Johnson Scholar dell'Università di Oxford. Nel 2006 ha inoltre insegnato come Visiting professor all'Università Gregoriana di Roma.

Nel 1982 fu consacrato all'episcopato come vescovo ausiliario con il titolo di “vescovo di Diokleia”, e nominato assistente del vescovo dell’arcidiocesi di Tiatira e della Gran Bretagna del Patriarcato ecumenico. Nonostante la consacrazione, Ware rimase a Oxford e svolse le sue funzioni sia come parroco della comunità greco-ortodossa sia come docente all'università. Il 30 marzo 2007, il Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico ha elevato la diocesi di Diokleia a diocesi metropolitana e quindi Ware è diventato metropolita titolare.

Metropolita Kallistos è conosciuto soprattutto come autore del fortunato libro The Orthodox Church (La Chiesa ortodossa), pubblicato quando era ancora un giovane laico nel 1963 e successivamente rivisto e ripubblicato più volte. Nel 1979 ha scritto il volume complementare, The Orthodox Way (La via ortodossa). Entrambi i libri hanno rappresentato un contributo sostanziale alla testimonianza dell’ortodossia nel mondo contemporaneo e occidentale, oltre che, più in generale, un’occasione per tante persone per scoprire la chiesa ortodossa o riscoprire la propria fede cristiana.

Insieme agli amici Gerald E. H. Palmer e Philip Sherrard, a partire dagli anni ’70, intraprese l'enorme lavoro di traduzione della Filocalia, la celebre antologia di testi ascetici della tradizione monastica bizantina, terminando le bozze del quinto e ultimo volume solo poche settimane prima della sua morte. Insieme alla monaca Mother Mary ha inoltre realizzato le traduzioni dei testi liturgici del Menaion festivo (1969) e del Triodion quaresimale (1977).

È anche autore di numerosi libri e articoli in riviste teologiche internazionali e diversi dei suoi saggi sono stati tradotti anche in italiano. Tra i suoi libri più celebri in inglese, oltre ai due citati, ricordiamo The Inner Kingdom: Collected Works, Vol. 1 (St Vladimir's Seminary Press, 2000), In the Image of the Trinity: Collected Works, Vol. 2 (St Vladimir's Seminary Press, 2006), Communion and Intercommunion (Light & Life, 1980).

Nella sua vasta opera teologica e pastorale il Metropolita non si è limitato a riproporre e rivisitare la tradizione del passato, ma si è sempre sforzato di reinterpretarla alla luce della sensibilità e delle problematiche contemporanee, proponendo spesso con equilibrio e sapienza soluzioni originali e avanzate su alcuni dei temi più attuali e discussi all’interno delle chiese, in particolare in ambito ortodosso, come quello dell’ecologia, dell’inclusività e del ruolo della donna nella chiesa3. Insieme alla compianta teologa Elisabeth Behr-Sigel ha difeso la possibilità delle ordinazioni femminili anche all’interno della chiesa ortodossa.

È stato co-presidente delle commissioni internazionali per il dialogo ortodosso-anglicano e ortodosso-cattolico e, nonostante le preoccupazioni e le riserve, ha promosso e partecipato al Santo

e Grande Concilio della Chiesa ortodossa nel 2016. Nel 2017, è stato insignito della Croce di Lambeth per l'ecumenismo dall'arcivescovo di Canterbury "per il suo eccezionale contributo al dialogo teologico anglicano-ortodosso". Dagli anni ‘90 il Metropolita Kallistos è diventato anche il primo presidente dell'associazione “Amici del Monte Athos” (Friends of Mount Athos), che si occupa di promuovere la conservazione del patrimonio materiale, culturale e spirituale della Santa Montagna.

Negli ultimi decenni, da quando i libri sono stati tradotti e pubblicati in italiano dalle nostre edizioni, e soprattutto da quando il Metropolita Kallistos ha iniziato a visitare Bose per i convegni ecumenici internazionali di spiritualità ortodossa che organizziamo ogni anno da circa 30 anni (la sua prima visita risale al 1998, per la conferenza su San Silvano l'Athonita) – come comunità abbiamo avuto il grande privilegio di beneficiare del suo insegnamento regolare su diversi temi di spiritualità monastica e teologia ortodossa. Grazie al Metropolita Kallistos la nostra comunità ha acquisito una visione più completa e penetrante della propria vocazione monastica8 oltre che della tradizione e della spiritualità ortodossa. Di questo siamo profondamente grati al Signore.

In italiano presso le Edizioni Qiqajon del nostro monastero sono stati pubblicati i seguenti titoli: Riconoscete Cristo in voi?, 1994; La vita monastica, sacramento d’amore, 1994; Dire Dio oggi: il cammino del cristiano, 1998 (trad. di The Orthodox Way); Il seme della chiesa. La vocazione universale del martirio, 1998.

Di lui ha scritto recentemente l’arcidiacono del Patriarcato Ecumenico John Chryssavgis:

“Ware sarà ricordato ben oltre Oxford e persino oltre l'Ortodossia. Era a proprio agio tanto nei dibattiti con chierici o teologi anglicani e cattolici quanto tra pensatori ortodossi greci, russi, serbi o rumeni. … Completamente ecumenico, era un gentiluomo inglese in tutto e per tutto. Ortodosso fino al midollo, si considerava comunque un perenne apprendista della fede, tanto che una volta dichiarò che non vedeva l'ora di sfogliare la biblioteca del cielo…”.

Da parte sua il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartholomeos, in una lettera indirizzata al priore della nostra comunità in risposta alle condoglianze per la morte del Metropolita, così lo descrive:

“Gentile e affabile, chiaroveggente e devoto al proprio lavoro, dotato di sapienza, intelligenza e spiritualità, disponeva di una rara educazione e formazione teologica e patristica. Come profondo conoscitore della lingua greca antica e moderna, è stato un ponte di diffusione della nostra

cultura in Inghilterra. Esperto sia della cultura anglosassone che della tradizione ascetica orientale, si è assunto il compito di riversare il tesoro dell’Oriente in Occidente e di tradurre e interpretare idee difficili da assimilare da parte dall’uomo contemporaneo secolarizzato”.

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