La fratellanza umana, una proposta e un progetto di relazioni tra cristiani e musulmani

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Domenica 11 ottobre 2020 si è tenuto un confronto per la comunità e i suoi ospiti con il card. Michael Louis Fitzgerald, già segretario e poi presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso nonché nunzio apostolico in Egitto e presso la Lega araba. L’applicazione delle normative di distanziamento sociale non ha impedito di riprendere gli appuntamenti della domenica con persone capaci di portare riflessioni ad ampio respiro sulla Chiesa e sul mondo.

La giornata è stata introdotta da fr. Luciano, priore della comunità, il quale ha ringraziato mons. Fitzgerald per il dono della sua presenza in mezzo alla comunità in questa sua settimana di ritiro spirituale e per la sua disponibilità a questo incontro.

L’intervento di mons. Fitzgerald era volto a presentare il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato ad Abu Dhabi nel febbraio 2019 da papa Francesco e dal grande imam di al-Azhar Dr Ahmad al-Tayyeb.

Una breve e dettagliata introduzione è servita all’uditorio a comprendere come il documento non sia sorto dal nulla, ma rientri in un lungo e non facile percorso di dialogo tra la chiesa cattolica e il mondo islamico. Alcune tappe significative sono state la creazione del Segretariato per i non-Cristiani (1964), poi Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, la pubblicazione della dichiarazione conciliare Nostra aetate del 1965, le visite reciproche di delegazioni pontificie al Cairo e di autorità di al-Azhar a Roma, nonché i momenti difficoltosi come quelli susseguiti alle dichiarazioni di papa Benedetto XVI nel settembre 2006 a Regensburg. Quest’ultimo episodio, ha tuttavia portato come frutto buono la lettera Una parola comune tra noi e voi firmata da diversi studiosi islamici, lettera in risposta al discorso di Regensburg, nella quale viene sottolineato come l’amore di Dio e l’amore del prossimo siano terreno comune tra cristianesimo e islam.

L’incontro è poi proseguito analizzando, più nel dettaglio, il testo di Abu Dhabi.

La prima cosa che anche un osservatore distratto può notare è l’utilizzo del termine “fratellanza” nel parlare di uomini e donne appartenenti a credi diversi. L’abitudine a chiamare “fratelli” coloro che condividono con noi la stessa fede, ci ha, forse, allontanati dal concetto di fraternità esteso a tutti coloro che sono figli dello stesso Dio creatore e, quindi, tutti gli esseri umani. La fraternità è diretta conseguenza del nostro essere creature e non della nostra fede condivisa.

In tal senso, è significativa l’invocazione di apertura del testo:

In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della carità e della pace” (FU).

L’appartenenza alla grande famiglia umana è, quindi, il punto di apertura del documento come, del resto, recitava già la dichiarazione conciliare Nostra aetate:

Non possiamo invocare Dio come Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini che sono creati ad immagine di Dio” (NA 5).

Il documento di Abu Dhabi è, secondo il card. Fitzgerald, un documento coraggioso, pratico, realistico e di ampio respiro. Esso, tuttavia, non rappresenta il punto di arrivo definitivo di un processo, ma la tappa di un cammino comune e di un impegno reciproco affinché sia possibile

“Adottare la cultura del dialogo come via;
la collaborazione comune come condotta;
la conoscenza reciproca come metodo e criterio” (FU).

La ricezione del documento di Abu Dhabi da parte della chiesa cattolica e delle comunità islamiche è un processo lungo di cui già si vedono i primi segni concreti. Non c’è da stupirsi, quindi, se, nell’enciclica Fratelli tutti di papa Francesco, pubblicata lo scorso 3 ottobre, che riporta come sottotitolo “Sulla fraternità e l’amicizia sociale”, si ritrovano ben nove citazioni del documento di Abu Dhabi, tra le quali, in apertura, l’invocazione da noi sopracitata. Le corpose citazioni che papa Francesco fa di questo documento sono una ulteriore prova concreta di come dia grande importanza a Fratellanza umana.

Al termine della relazione, il pubblico presente ha potuto porre domande di chiarimento e approfondimento al card. Fitzgerald. Il dibattito che ne è conseguito, moderato da fr. Guido, è stata l’occasione piacevole e stimolante per poter conoscere ancora più a fondo documenti tanto importanti per la vita della Chiesa e il mondo contemporaneo.

Per approfondire ascolta gli audio nella rubrica "Lo spazio della cura"