L’ambiente, prossimo da amare

Fratelli, sorelle,

la nostra Regola prosegue affermando:

Ama tutte le creature, per esse loda Dio e da esse cerca di trarre purificazione, lezione e consolazione” (RBo 2).

Può sembrare un’indicazione periferica in una regola monastica, meno importante di altre più centrate sull’amore fraterno o sulla preghiera o sulla condivisione, ma in realtà anch’essa ci rinvia alla vita di Gesù descritta nell’evangelo e all’umanità di Gesù che contempla i gigli del campo, che trae insegnamento dagli uccelli del cielo che non seminano e non mietono eppure il Padre celeste li nutre, che chiede ai discepoli di imparare la parabola dall’albero di fico, che racconta Dio parlando della cura di un pastore per una pecora che si è persa, che paragona la sua missione verso Gerusalemme a una chioccia che raduna i pulcini sotto le ali. Gesù trae lezione e consolazione dalle creature, dalle piante e dagli animali.

E anche a noi in comunità ci è stato trasmesso di amare le creature, ovvero, di averne cura, di avere rispetto degli animali e degli alberi, dei fiori e dei frutti, della terra, dei sassi, dei corsi d’acqua. L’ambiente è il nostro prossimo. E come il prossimo va amato. Queste creature sono presenze e compagni di strada. E da esse possiamo imparare la semplificazione e l’essenzialità, possiamo imparare la precarietà e la preziosità della bellezza, possiamo apprendere la lezione di una presenza gratuita, che vale per e con il suo solo esserci, che si offre a noi senza nulla pretendere, ma invitandoci al rispetto e alla contemplazione.

Da queste creature ci viene la grande lezione della gratuità, della fedeltà silenziosa, dell’umiltà. Lezione che ci è ricordata anche da una donna, una testimone e una credente che per la nostra comunità è una fonte di ispirazione anzitutto per la profondità della sua umanità, come sorella Maria di Campello. Dice sorella Maria della sua ricerca della visione di Gesù: “La cerco sotto il velo della natura madre: il grano, la vite, gli olivi, il monte, il mare, i gigli, gli uccelli, l’agnello, la pietra, il legno, le spine: ogni creatura è come segnata dall’impronta sua … rivela quasi un raggio della sua invisibile bellezza”.

Perciò, fratelli e sorelle, siamo sobri e vigilanti, perché il nostro avversario, il Divisore, come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli saldi nella fede, attenti a riconoscere la presenza di Dio anche in tutte le creature che vivono accanto a noi. E tu, Signore abbi pietà di noi.

fratel Luciano