Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I e l’Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams a san Masseo

6a4b1b0cbac8528b58ecb5f9f3fd1212.jpg

7bcd1ddda2596e9edc97a07348448bad.jpg9cb34c9e252ee8e1acdd1cf4543b0442.jpgff8421a2f0008681870af82003c73186.jpg1bf531a3657608814a1b9f847af6097d.jpge335c87f5fc7ebe7c74d2d8725c64946.jpg973f3a9325eca377dfa2a0b97961ae24.jpg

Alle ore 14.30, durante il tempo riservato dal programma della giornata alla preghiera/riflessione personale, il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, l’Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, il Delegato del Patriarca supremo di tutti gli Armeni Norvan Zakarian primate di Francia, il vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ci hanno fatto visita a san Masseo. Era presente anche il vescovo di Città di Castello Domenico Cancian. E’ stato un momento straordinario, di stupore e di profonda emozione, breve ed intenso: insieme abbiamo visitato la chiesa e la cripta dell’anno mille, pregando, scambiando parole fraterne e segni di un’amicizia che ci lega ormai da tanti anni. Il Patriarca Bartolomeo – che ha ricordato i 20 anni della sua elezione ad Arcivescovo di Costantinopoli proprio sabato 22 ottobre, giorno della benedizione del monastero di San Masseo – ha voluto dedicare ai fratelli di Bose ad Assisi un’icona di sant’Andrea, a ricordo e benedizione di questa indimenticabile giornata.

Abbiamo vissuto un dono grandissimo di cui davvero non siamo degni nella nostra piccolezza, un momento di grazia che orienta alla speranza e fa guardare al futuro con fiducia.

A questi nostri primi ospiti ed amici ora anche di San Masseo assicuriamo la preghiera per il loro delicatissimo ministero ecclesiale, mentre chiediamo ancora la loro intercessione al Signore per tutti noi e in particolare per la  nuova presenza ad Assisi.

Vogliamo riportare a ricordo di questa giornata ricolma di gioia, qualche parola dei loro interventi pronunciati durante l’incontro del mattino in santa Maria degli Angeli:

Ogni dialogo autentico porta in sé i germi di una trasfigurazione da realizzare, che è una conversione che ci fa uscire dai nostri particolarismi per considerare l’altro come soggetto di relazione e non più come oggetto di indifferenza. Il nostro ruolo è di mostrare attraverso il nostro esempio quotidiano che noi non viviamo unicamente gli uni contro gli altri, o gli uni accanto agli altri, ma piuttosto gli uni insieme con gli altri, in uno spirito di pace, di solidarietà e di fraternità. La nostra responsabilità è grande, perché l’altruismo non può limitarsi alle sole relazioni all’interno dell’umanità. Chi dice “essere in relazione” dice anche l’esperienza estensiva dell’alterità, fino alla natura stessa in quanto creazione di Dio. (Bartolomeo I Patriarca Ecumenico di Costantinopoli)

Per il cristiano il cuore di ogni cosa è la convinzione che in Gesù di Nazaret Dio stesso si identifica con la natura umana, e quindi con ogni singola persona umana. Ogni volto, ora, appare in maniera diversa, per il fatto che Dio ha preso un volto umano. Nel nostro prossimo riconosciamo non solo qualcuno che ha in sé l’immagine di Dio in virtù della creazione, ma qualcuno che ha in sé  anche la possibilità di portare la somiglianza di Gesù Cristo in virtù della nuova creazione. (Rowan Williams Arcivescovo di Canterbury)

La promozione di una pace vera rappresenta un’espressione della fede cristiana nell’amore che Dio nutre per ciascun essere umano. Dalla fede liberatrice nell’amore di Dio deriva una nuova visione del mondo, e un nuovo modo di rapportarsi all’altro, sia che si tratti di un individuo o di un intero popolo. Si tratta di una fede che cambia e rinnova la vita, ispirata dalla pace che il Cristo ha lasciato ai suoi discepoli. (Norvan Zakarian, Arcivescovo Primate di Francia della Chiesa Apostolica Armena)


leggi anche l'articolo:
La Stampa, 26 ottobre 2011
Insieme ad Assisi
di ENZO BIANCHI