L’evangelo della grazia - Lavori del 26 maggio

Convegno ecumenico internazionale
Giustificazione. L’evangelo della grazia
Monastero di Bose – 26-28 maggio 2017


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L’VIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità della Riforma, dal titolo “Giustificazione: il Vangelo della grazia”, è stato aperto venerdì mattina 26 maggio dall’intervento di Enzo Bianchi, fondatore di Bose. Fratel Enzo ha sottolineato il legame tra il tema del convegno e il cinquecentesimo anniversario della Riforma in cui esso si svolge. La Riforma infatti non è stata altro che una “risposta alla voce dell’Evangelo”, l’Evangelo di un Dio che non ama solo i giusti, un Dio la cui giustizia “si manifesta sempre come misericordia, mai meritata, sempre gratuita”. Solo cinquant’anni di cammino ecumenico hanno permesso a cattolici ed evangelici di giungere alla dichiarazione comune sulla giustificazione, affermando così la “sinfonia di una comunione plurale”.

André Birmelé (Università di Strasburgo) ha poi articolato nuovi linguaggi perché il messaggio della giustificazione per grazia sia compreso in maniera “esistenziale” dall’uomo contemporaneo. Il professore alsaziano l’ha fatto a partire dalla parabola del figlio ritrovato (Lc 15,11-31), con cui Gesù chiama ad abbandonare le proprie logiche di autorealizzazione per imparare a “riceversi da Dio”. Elian Cuvillier (Università di Montpellier) ha mostrato come tale necessità di adattare la buona notizia della grazia a chi la riceve sia all’opera già nel Nuovo Testamento, nel passaggio dagli scritti paolini alla lettera di Giacomo.

Nel pomeriggio, Matthieu Arnold (Università di Strasburgo) ha presentato l’Evangelo della grazia nell’esperienza personale di Lutero. Non si è trattato per il monaco agostiniano tedesco di una semplice scoperta esegetica, ma di uno sconvolgimento progressivo di tutta la sua esistenza, del passaggio dal timore di un Dio giusto all’amore per un Dio che rende giusto colui che ama. Bernard Sesboüé (Centre Sèvres, Parigi) ha poi passato in rassegna il documento sulla giustificazione del Concilio di Trento. Anch’esso annuncia mirabilmente l’Evangelo della grazia. Se non è riuscito a conciliare le posizioni cattolica e luterana è principalmente stato per il ritardo con cui è stato formulato e per l’utilizzo di un linguaggio formale, che mal si conciliava con quello fortemente esistenziale dei riformatori. Infine, Fulvio Ferrario (Facoltà valdese di teologia, Roma) ha sottolineato come l’approccio di Karl Barth all’Evangelo della grazia rispecchia quella stessa pluralità di linguaggio che compare già dal Nuovo Testamento.