Messaggio di Daniel, Patriarca di Romania

XXIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
MARTIRIO E COMUNIONE
Monastero di Bose, 7-10 settembre 2016
in collaborazione con le Chiese ortodosse

+ Daniel Patriarca della Chiesa ortodossa Rumena

MESSAGGIO DI DANIEL, PATRIARCA DI ROMANIA

Il contesto internazionale attuale presenta quasi ogni giorno la realtà del martirio di molti cristiani del pianeta, soprattutto in Medio Oriente. Martiri sono coloro che scelgono: piuttosto di rinnegare la loro fede in Cristo, essi accettano la tortura e la morte. Quindi il martirio è strettamente legato al mistero della libertà e della scelta.

L’esempio normativo è evidentemente quello del Signore Gesù Cristo: egli non è stato arrestato, giudicato, condannato e infine crocifisso senza aver acconsentito a queste sofferenze, al fine di mostrare che il suo amore per Dio Padre è più forte della morte corporale, poiché la vera vita dell’uomo è la sua comunione con il Dio eterno. Questa comunione di vita eterna dell’uomo con Dio si manifesta soprattutto nel fatto che il Cristo crocifisso diviene per la potenza di Dio il Cristo risorto, fonte di vita eterna per tutti coloro che credono in lui. Il Signore Gesù Cristo dice in questo senso: “Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Gv 11,25).

Esiste dunque un legame spirituale profondo tra il martirio cristiano e la persona di Cristo crocifisso e risorto, poiché l’amore sacrificale di Cristo è presente nel martire e gli dona il coraggio e la potenza spirituale di restare fedele fino alla morte. Il martire cristiano è profondamente unito alla persona di Cristo eucaristicamente anche grazie alla comunione con il suo corpo e il suo sangue, celebrata dalla chiesa. La testimonianza del martire è direttamente legata al mistero della chiesa corpo di Cristo. Tale legame è soprattutto evocato dal fatto che l’altare eucaristico di ogni chiesa ortodossa contiene delle reliquie di santi martiri.

Laddove si trovano i martiri della fede in Cristo, là è presente anche il Cristo Verbo di Dio incarnato, crocifisso, glorificato e seduto alla destra del Padre, come lo vede il santo martire Stefano per la potenza dello Spirito santo (cf. At 2,38).

Nello stesso tempo vi è anche un’unione profonda e indissolubile tra il martire cristiano e lo Spirito del Padre, che riposa sul Figlio e da lui deborda. È per questo che un adagio patristico afferma: “Dona il tuo sangue e ricevi lo Spirito”.

Per il nostro tempo e per i tempi a venire il carisma dei santi martiri “che hanno valorosamente sofferto e che sono stati incoronati”, secondo quanto recita un canto (tropario) dell’ordinazione ministeriale e dell’incoronazione degli sposi, resta una testimonianza solida della comunione ecclesiale, dal momento che il fondamento della chiesa è la confessione di fede in Cristo-Dio, che vive eternamente con il Padre e lo Spirito santo e che attraverso la sua croce e la sua resurrezione ha rivelato l’amore eterno della santa Trinità per tutta l’umanità.

L’esperienza rumena recente di martirio di confessori della fede nelle prigioni comuniste dà oggi alla nostra chiesa la forza di comprendere meglio le sofferenze dei martiri cristiani innocenti attualmente in diverse parti del mondo.

La preghiera per i cristiani perseguitati ai giorni nostri e la commemorazione dei martiri antichi e di quelli recenti non sono un mero dovere morale o un atto di solidarietà, ma sono anche una fonte profonda per fortificare e approfondire la vita spirituale delle nostre comunità ecclesiali.

DANIEL
Patriarca della Romania