Giovanni, modello del discepolo

Foto di USGS su Unsplash
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29 aprile 2025

Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 3,22-36

In quel tempo 22Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. 23Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c'era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
25Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. 26Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». 27Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. 28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: «Non sono io il Cristo», ma: «Sono stato mandato avanti a lui». 29Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. 30Lui deve crescere; io, invece, diminuire». 31Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. 32Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. 33Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. 34Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. 35Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. 36Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui.


Gesù sta battezzando e tutti accorrono a lui. Questa è la preoccupazione dei discepoli di Giovanni che, rivolgendosi al loro maestro, esprimono a parole un’ingiustizia che, a detta loro, Giovanni stesso subirebbe, mentre in realtà loro si preoccupano per sé stessi: il loro maestro è meno di quel Gesù che gli è venuto dopo, e dunque, questo può intaccare la qualità della loro sequela. Qualità che è caratterizzata da una scala di valori fatta di primati e di concorrenza che, alla fine, invece di seguire il messaggio di Giovanni porta a seguire sé stessi ed è rinchiusa nello sforzo di dover primeggiare sugli altri. 

La risposta di Giovanni è ancora occasione per dare testimonianza al Signore e indicare la strada ai suoi discepoli che dimostrano di essere non tanto differenti dai discepoli di Gesù e da tutti noi. Anch’essi, nonostante la vicinanza e la possibilità di avere un contatto diretto con il Battista, fanno fatica a comprendere la novità del loro maestro e rimangono attaccati al proprio modo di fare e di pensare, e il dubbio e l’incomprensione oscurano la chiarezza delle parole del Battista prima e di Gesù poi.

Tuttavia Giovanni sembra non particolarmente interessato alla notizia in sé, non è invidioso dell’attività di Gesù e del suo successo. Al contrario ne è lieto, addirittura felice di diminuire perché Lui cresca. Gioia che nasce in Giovanni dalla consapevolezza che la sua missione è compiuta: quella di annunciare la venuta del Signore e di lasciare lo spazio alla sua Parola.

Il brano di oggi sembra fuori posto rispetto al dialogo tra Gesù e Nicodemo nel testo che lo precede. Tuttavia si può cogliere un senso: il Battista è presentato come l’esempio del giusto atteggiamento che Nicodemo e più ampiamente tutta l’umanità, è chiamato ad assumere di fronte a Gesù: accettare gioiosamente la novità della sua rivelazione, superando la propria cultura e i propri progetti, le proprie attese. In tal modo il Battista non è più soltanto il testimone di Gesù, ma anche il vero discepolo di Gesù, colui che ha saputo superare sé stesso per accettare gioiosamente Cristo.

Rinascere dall’alto vuol dire proprio questo: sapere abbandonare i propri schemi e modi di pensare e di fare per lasciare spazio alla novità del messaggio di Cristo che ci dischiude un futuro inimmaginato. Futuro plasmato dall’azione dello Spirito Santo in noi e che ci permette di riconoscere che ciò che ci dice il Signore viene dalla sua relazione con il Padre. Relazione mossa dall’amore del Padre per il Figlio e per l’umanità intera.

Non si tratta dunque di misurare l’autorevolezza di Giovanni il Battista in base al numero della gente che accorre a lui, si tratta di riconoscere in Giovanni colui che ha creduto alla parola del Signore fino a farsi strada del suo messaggio e ha provato quella gioia che viene quando si trova la realizzazione del proprio desiderio, che per Giovanni coincide con l’aver testimoniato la venuta di Gesù. Testimonianza data non solo a parole, ma attraverso la sua stessa vita.

sorella Beatrice