Nelle mani degli uomini
16 agosto 2025
Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 17,22-27 (Lezionario di Bose)
In quel tempo 22mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini 23e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.24Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». 25Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». 26Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. 27Ma, per evitare di scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Gesù, dopo aver ascoltato, mentre era in preghiera sul monte, la voce di Dio chiamarlo “figlio amato”, trova in essa la libertà, la forza e l’urgenza di annunciare una seconda volta ciò che presto dovrà vivere: il suo essere consegnato nelle mani degli uomini, essere ucciso, e risuscitare: tre realtà una più sconvolgente dell’altra. È penoso pensare che ai suoi discepoli non sia bastato il primo annuncio di quell’enormità. Ma dovremmo sapere quanto siamo capaci di rimuovere, di negare in noi e fuori di noi la verità che ci è intollerabile, o che fingiamo che non ci riguardi.
E sarà stato penoso per Gesù sopportare quella smemoratezza: eppure Gesù non ferma il suo andare nella libertà che ha appena dimostrato: la libertà da se stesso e dal potere altrui, dono dell’intimità con Dio che lo ha chiamato figlio amato, per obbedire alla sua vocazione di profeta e messia, di annunciatore del Regno e di fratello dei suoi discepoli/e, qualunque sia la loro sordità e ottusità, o peggio.
In questo secondo annuncio, più scarno, l’espressione “sarà consegnato nelle mani degli uomini” Gesù riassume bene il tormento e l’abiezione a cui espone. Ricordiamo che Davide, quando Dio gli fece scegliere un castigo per il censimento, ebbe terrore di cadere nelle mani degli uomini (cf. 2Sam 24,14). Tante volte i Vangeli riportano questa parola di Gesù su di sé: “Il figlio dell’uomo sarà consegnato - subirà la consegna - nelle mani degli uomini”. E nonostante questa totale ed estrema prigionia che lo aspetta, Gesù visse e mostrò fino all’ultimo istante della sua vita una totale libertà interiore.
È la libertà che ci ha voluto trasmettere perché imparassimo ad amare come lui nella libertà, poiché amare è sempre, anche, un essere consegnati nelle mani di chi amiamo. E il seguito del Vangelo di oggi sembra sottolineare questa meravigliosa libertà di Gesù.
Pietro fu avvicinato dagli esattori della tassa per il tempio. Pagare questa tassa è un memoriale, cioè è ricordare come se lo si stesse vivendo in quel momento, la salvezza di ogni figlio d’Israele quando Dio, nella notte dell’esodo dall’Egitto, preservò il suo figlio Israele dalla morte. E dunque ognuno, con questa tassa, ricorda la propria vita salvata da Dio, che per questo motivo è uguale per poveri e ricchi.
Ma Gesù venne in soccorso a Pietro, e gli fece anche una rivelazione. Poiché le tasse non le pagano i figli del re ma solo i sudditi, lui in quanto figlio di Dio, e Pietro e i discepoli associati a lui, sono esonerati dal pagamento, sono “liberi”. Ecco la libertà di figlio amato che Gesù ha in sé e che condivide coi suoi discepoli. Qui dobbiamo, come Gesù, fermarci alla superficie del paragone, per non cadere nell’ambiguità: infatti Dio è un re diverso da tutti gli altri re perché non ha sudditi, ma solo figli.
Ma Gesù ci insegna anche a non vantarci della nostra libertà se scandalizza altri.
Un ultimo aspetto della libertà di Gesù in questo brano: egli non ha la moneta per il tempio, come pure non avrà quella per Cesare. È facilissimo diffidare del potere altrui, religioso o politico che sia, ma non volere avere monete è diffidare del proprio potere: questo è evangelico.
sorella Maria