Nella certezza di essere custoditi

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

26 novembre 2025

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 21,12-19 (Lezionario di Bose)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 12«Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».


La pagina del vangelo di oggi, continuazione del “discorso escatologico” di Gesù nell’imminenza della sua Pasqua, trova la sua chiave di lettura nel versetto 18: “Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”. Cosa vuol dire Gesù? 

Può forse il discepolo sperare di evitare il confronto con la morte, magari anche violenta? Ovviamente no: non solo Gesù è stato esplicito in tal senso poco prima (v. 16. “Uccideranno alcuni di voi”), ma è evidente dalla sua stessa esperienza di vita che da “Figlio amato” (Lc 3,22) si troverà inchiodato alla croce, ed è evidente dalla storia della chiesa, la quale ha conosciuto il martirio del sangue fin dall’inizio (si pensi a S. Stefano, ai santi Pietro e Paolo…).

Gesù aveva già usato parole simili a quelle di oggi: “amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo … Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura!” (Lc 12,4-7)

La buona notizia allora mi sembra possa essere così riassunta: possiamo affrontare la vita, che contempla sempre anche la possibilità (anzi la certezza!) della morte, senza essere travolti dalla paura della morte; e questo semplicemente perché siamo e saremo per sempre amati e custoditi, qualsiasi cosa succeda. Possiamo vivere ogni situazione, bella o brutta, desiderata o per nulla voluta, sapendo che l’orizzonte che ci sta davanti è consolazione e non disperazione, è cura infinita per la piccolezza che siamo e non abbandono (“vedranno venire il Figlio dell’Uomo con grande potenza e gloria” Lc 21,27), è certezza di vita anche di fronte all’evidenza della morte.

Ciò che è in nostro potere è aggrapparci tenacemente a una “perseveranza” (v. 19), cioè continuare a “star sotto” a questa parola del Vangelo che ci promette custodia e non abbandono anche quando tutto sembra dire il contrario. 

Ecco allora che diventa possibile fare scelte a favore della vita anche nelle situazioni più difficili, nelle situazioni che puntano a minare la saldezza: di fronte ai falsi Messia che affollano le nostre piazze è vitale vivere l’invito di Gesù: “Non seguiteli!” (Lc 21,8-9); di fronte agli sconvolgimenti sociali, politici, ambientali è vitale non sconfortarsi o disilludersi: “Non vi terrorizzate!” dice Gesù. Di fronte alle rotture nelle relazioni, anche in quelle più intime, che si possono generare per la fede è vitale: “Non preparate prima la vostra difesa” (v. 14). Insomma: non appoggiatevi su sicurezze umane, ma fate fiducia a Dio Padre.

Un’ultima parola: Gesù parla di una esperienza che oggi sembra lontana per noi: “metteranno le mani su di voi …, sarete traditi perfino dai genitori … sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. Conosciamo bene la possibilità di tensioni, liti e gelosie a livello di società e in famiglia per amore del potere, della ricchezza (quante famiglie spezzate per questioni di eredità!), di tutto ma non per amore di Cristo! Credo però che l’attualità di questi versetti resti. Non solo per i tanti fratelli e sorelle nel mondo che ancor oggi patiscono discriminazione e talvolta morte per la loro fede, ma anche per noi: stanno a ricordarci che è la Parola ciò che fonda i più profondi legami (Lc 8,19-21; Gv 15,15) e dona libertà e pace.

sorella AnnaChiara