A benção sobre a humanidade
de ENZO BIANCHI
O Altíssimo fez-se "Baixíssimo", o infinito fez-se finito, o eterno fez-se temporal, o forte fez-se frágil, o imortal fez-se mortal e o Espírito fez-se carne. E isto, no ventre de Maria.
CD MEDITAZIONI PER NATALE - EPIFANIA
1° gennaio
Circoncisione, Nome di Gesù e Maria madre di Dio
“Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo il nome di Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre” (Lc 2,21). In questo versetto, che è anche la pericope del Vangelo proclamata in questa festa, sono contenuti i tre fondamenti della solennità che segna anche l’inizio dell’anno civile nelle terre dell’occidente.
Gesù è nato a Betlemme, ma potremmo dire che otto giorni dopo si canta la sua identità e perciò la sua appartenenza: Gesù viene circonciso, con il gesto che lo rende appartenente al popolo dell’alleanza; Gesù riceve il nome, quel nome che simboleggia la sua vocazione personalissima e unica, da Maria e Giuseppe, all’interno di una famiglia precisa nella quale è nato e ora “viene al mondo”; Gesù, nato da Spirito santo e da Maria, ha una madre, eppure Dio solo poteva donarlo agli uomini. Cerchiamo di addentrarci nella contemplazione di questo triplice mistero.
Gesù, come era prescritto dalla legge, viene circonciso per entrare così nella “alleanza santa” stipulata con Abramo (cf. Gen 17,10-11). Nella carne di Gesù quella ferita, quell’ablazione che resterà per sempre, indica il suo essere figlio di Abramo, in alleanza definitiva e perenne con il suo Dio: potremmo dire che quel segno inciso nel corpo di Gesù narra il suo essere ebreo, ed ebreo per sempre. Luca ricorda questo esempio perché è decisivo riguardo all’identità e all’appartenenza di Gesù, perché segno della promessa fatta ai padri e che ora si è compiuta (cf. Lc 1,72-73), anche se è segno che verrà trasceso dalla Nuova Alleanza per la quale appare necessaria la circoncisione non fatta da mano d’uomo (cf. Col 2,11), una circoncisione del cuore già predicata dai profeti (cf. Ger 4,4).
Allora, ricordare la circoncisione di Gesù è importante e decisivo per affermare che essa non è il marchio di un popolo ribelle – come purtroppo a volte hanno letto alcuni padri della chiesa! – bensì che è il segno della partecipazione all’alleanza sancita con Dio da parte dei figli della discendenza di Abramo, ieri e oggi, e quindi è il modo di riaffermare che la promessa di Dio per loro non viene meno: essi restano il popolo di Dio nel quale è il Cristo, Gesù di Nazaret.
Ma la circoncisione è anche la circostanza in cui viene dato il nome al bambino, e così avvenne anche per Gesù: Giuseppe e Maria lo chiamano Yeshoua, forma abbreviata di Yehoshoua, “il Signore salva”. E quel nome – che fa riferimento all’impronunciabile Nome di Dio, IHWH, e all’azione del salvare – è dato da Dio stesso, non dagli uomini. Gesù è un bambino che nasce per decisione, volontà e azione di Dio e, quindi, dare il nome spetta a Dio, un nome che indica chi è Gesù: è invocazione di salvezza – “Signore, salva!” – ma è anche azione di salvezza – “Il Signore salva”. Questo nome, e il suo significato forte che Gesù incarna, abiliterà Gesù stesso a essere chiamato, dalla comunità cristiana credente in lui, “Figlio di Dio e Signore” (cf. Lc 1,32-33).
E’ quello il Nome santo in cui gli uomini saranno salvati, il Nome attraverso il quale saranno operati segni, il Nome grazie al quale il regno di Dio si estenderà e Satana arretrerà. E tutta la storia cristiana narra la forza, la santità e la grazia di questo Nome quando è invocato con tutto il cuore nella gioia o nel pianto, all’inizio della vita o alle soglie della morte: “Gesù, dolce ricordo”, canta un inno antico.
Infine Gesù, nato sotto la legge – dunque circonciso, chiamato con un nome proprio che esprime la vocazione e la missione affidategli da Dio – è nato da donna (cf. Gal 4,4), e quella donna è Maria, la vergine di Nazaret scelta da Dio. E’ per opera dello Spirito santo che Maria è diventata gravida, è per volontà di Dio che ha partorito colui che solo Dio poteva dare all’umanità. L’Altissimo si è fatto il Bassissimo, l’infinito si è fatto finito, l’eterno si è fatto temporale, il forte si è fatto debole, l’immortale si è fatto mortale e lo Spirito si è fatto carne: e questo, nel grembo di Maria. Sì, lo Spirito santo ha assunto la capacità di Maria di essere madre e ha trasformato la sua maternità in maternità divina: il frutto benedetto del grembo di questa donna è Gesù, la benedizione di Dio promessa ad Abramo e ora fatta carne, fatta uomo affinché tutte le genti siano benedette. In Maria, “la terra ha dato il suo frutto, ci ha benedetto Dio, il nostro Dio (Sal 67,7). Quella benedizione più volte ripetuta dai sacerdoti – “il Signore mostri il suo volto” – è finalmente compiuta: c’è ormai il volto di Gesù, appartenente a Israele, figlio di Maria!
All’inizio dell’anno civile, che di fatto è divenuto l’inizio dell’anno con cui scandiamo il succedersi degli eventi della nostra vita, questa festa ci dona un messaggio altamente significativo: la benedizione di Dio sull’umanità – cioè Gesù, nato da Maria simbolo dell’umanità intera – è su di noi ogni giorno. E’ benedizione di nozze tra Dio e l’umanità.
CD MEDITAZIONI PER NATALE - EPIFANIA
Enzo Bianchi
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