Santíssima Trindade
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Reflexões sobre as leituras
de LUCIANO MANICARDI
Da Santíssima Trindade vem também a visão da pessoa humana como relacional: na Trindade cada pessoa existe para o outro e a pessoa humana realiza-se na relação com o outro
26 maggio 2013
di LUCIANO MANICARDI
Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15
La prima lettura presenta quella figura della Sapienza che rappresenta Dio nel suo comunicarsi agli uomini, nel suo entrare in relazione con loro, e questa comunicazione, che il Primo Testamento dice essere avvenuta essenzialmente attraverso la parola (e dunque anche attraverso il soffio che accompagna la parola), secondo il Nuovo Testamento è avvenuta pienamente in Gesù Cristo, la Parola fatta carne (cf. Gv 1,14), e nello Spirito santo, il Soffio divino. In particolare, la comunicazione di Dio agli uomini nel Figlio e nello Spirito si manifesta come comunicazione del dono dell’amore (II lettura). Lo Spirito completa nel credente l’opera di Cristo interiorizzando in lui la presenza del Figlio e guidandolo ad assumere e a portare la Parola di Dio che fa rinascere a figli di Dio (vangelo).
I testi biblici utilizzati dalla liturgia per celebrare il mistero della Trinità divina sottolineano l’aspetto della comunicazione della vita divina agli uomini. Viene così rivelato che il Dio che si comunica all’umanità nello Spirito e nel Figlio Gesù Cristo è il Dio che è comunione e comunicazione in sé stesso. La Trinità, che esprime il “come” dell’unità di Dio e la esprime in termini di comunione interpersonale, fonda il fatto che noi possiamo parlare di Dio solo in termini di comunione. Se Dio è comunione nel suo stesso essere, se lo Spirito è Spirito di comunione e se Cristo è “persona comunitaria” inscindibile dal suo corpo che è la chiesa, allora la comunione è la natura stessa della chiesa: la chiesa di Dio o è comunione o non è.
Dalla Trinità divina discende anche la visione della persona umana come relazionale: nella Trinità ogni persona è per l’altro e la persona umana si realizza nella relazione con l’altro. E discende la concezione dell’intangibilità e inalienabilità della persona umana: come i nomi delle tre persone trinitarie non sono confusi né interscambiabili, così la persona umana è un valore in sé, è un fine e non un mezzo, è una grandezza non sacrificabile a interessi sociali o pubblici o di altro tipo.
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