XIX domingo do Tempo Comum
I due verbi discendere e dare che nel nostro testo esprimono la relazione di Gesù con gli uomini, in verità indicano le due modalità costanti dell’esistenza di Gesù. Gesù dà vita scendendo e donando. Gesù è il pane disceso dal cielo, cioè la sua origine è in Dio, ma discendere è la normalità del suo comportarsi nei confronti dei discepoli e delle persone che istruisce, cura, perdona. Gesù narra la condiscendenza di Dio nel suo continuo farsi vicino agli uomini. Gesù è dono di Dio all’umanità (cf. Gv 3,16), Gesù dona la sua vita per i suoi (cf. Gv 15,13), ma anche il dono non è restringibile a un momento solo della vita di Gesù, bensì è la modalità stessa del suo vivere quotidiano: Gesù fa del vivere un donare. Questo interpretare la vita come attivo donare, come amare, come spendere la vita per gli altri, è ciò che vince la morte e consente di trovare la propria vita, già ora, nella comunione con il Dio che è amore (cf. 1Gv 4,8.16).
Se Dio è all’origine e al termine della missione di Gesù, è anche all’origine della fede del credente: “Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre” (Gv 6,44). Questa attrazione è specificata come ascolto e insegnamento ricevuto (cf. Gv 6,45), termini che rinviano alla Scrittura, “cattedra” da cui il Padre fa sentire la sua voce e rivolge agli uomini tutti (Gv 6,45; 12,32) l’invito a credere in colui che egli ha mandato. Grazie all’ascolto della parola di Dio contenuta nella Scrittura il credente diverrà un teodidatta.
LUCIANO MANICARDI
Comunità di Bose
Eucaristia e Parola
Testi per le celebrazioni eucaristiche - Anno B
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