O abraço no martírio e o primado na caridade


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Sempre vicino a Gesù, a volte appare come portavoce degli altri discepoli, in mezzo ai quali occupava una posizione preminente: non si potrebbe parlare delle vicende di Gesù senza menzionare Pietro, che per primo osò confessare audacemente la fede in Gesù quale Messia. I discepoli, come molti tra la folla, si chiedevano se Gesù fosse un profeta o addirittura “il” profeta degli ultimi tempi, se fosse il Messia, l’Unto del Signore: fu Pietro che, sollecitato da Gesù, fece una confessione di fede con parole che suonano diverse nei quattro Vangeli ma che attestano tutte la sua priorità nel riconoscere la vera identità di Gesù. Pietro fece questa confessione non come “portavoce” dei dodici, bensì mosso da una forza interiore, da una rivelazione che gli poteva venire solo da Dio. Credere che Gesù è il Messia, il Figlio di Dio, non era possibile solo analizzando e interpretando l’eventuale compimento delle Scritture: è stato Dio stesso, il Padre che è nei cieli a rivelare a Pietro l’identità di Gesù (cf. Mt 16,17). Gesù ha così riconosciuto nel discepolo Simone una “roccia”, Kefa, una pietra sulla cui fede poteva trovare fondamento la comunità la chiesa.

Pietro, chiamato “beato” da Gesù, dichiarato roccia solida capace di confermare nella fede i fratelli, non sarà esente da errori, cadute, infedeltà al suo Signore. Subito dopo la confessione di fede che abbiamo ricordato, manifesterà il suo pensiero troppo mondano riguardo al cammino di passione di Gesù, al punto che questi lo chiamerà “Satana”, e alla fine della vicenda terrena di Gesù, Pietro per ben tre volte dichiarerà di non averlo mai conosciuto: paura e volontà di salvare se stesso lo porteranno a dichiarare con forza di “non conoscere” quel Gesù la cui conoscenza aveva ricevuto addirittura da Dio!

Gesù, che lo aveva assicurato della preghiera affinché non venisse meno la sua fede, dopo la risurrezione lo riconfermerà al suo posto, chiedendogli però per tre volte di attestargli il suo amore: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami tu?” (Gv 21,15.16.17). Punto sul vivo da questa domanda di Gesù, Pietro diverrà l’apostolo di Gesù, il pastore delle sue pecore prima a Gerusalemme, poi presso le comunità giudaiche della Palestina, poi ad Antiochia e infine a Roma, dove a sua volta deporrà la vita sull’esempio del suo Signore e Maestro. E a Roma Pietro ritroverà anche Paolo: non sappiamo se nel quotidiano della testimonianza cristiana, ma certamente nel segno grande del martirio.