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Trasfiguration du Seigneur


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Olio su masonite, 2011
GIUSEPPE CORDIANO, Trasfigurazione
5-6 août 2012   
Homélie de ENZO BIANCHI
Seul celui qui regarde, pense et a souci des autres sauve sa vie et continue de regarder en voyant; en ne regardant que soi-même on regarde sans voir

   Bose, 5-6 agosto 2012
Omelia di ENZO BIANCHI

  Mc 9,1-10    

toutes les homélies du Prieur ENZO BIANCHI   

Professione monastica definitiva
di sr. CHIARA CANEPA e sr. SARA LATTUADA

Écouter l'homélie (en italien):

 

 TEXTE ORIGINAL ITALIEN DE L'HOMÉLIE

Cari fratelli e sorelle,
ancora una volta siamo in veglia, ben desti in questa notte, siamo insieme, radunati nello stesso luogo per contemplare Gesù Cristo, l’uomo Gesù che ci ha raccontato Dio (cf. Gv 1,18) e l’ha potuto fare vivendo pienamente da uomo, uomo come noi e come ciascuno di noi. Noi guardiamo a Gesù, cerchiamo il suo volto, teniamo fissi gli occhi su di lui (cf. Eb 12,2), gli occhi del cuore certamente, perché in questo nostro sguardo la nostra ragione e il nostro cuore, la nostra intelligenza e il nostro sentimento trovano un punto, focalizzano un centro al quale noi sentiamo di affidarci, di consegnarci totalmente. In questo centro sentiamo che le nostre vite possono avere senso, possono essere salvate, potremmo dire. È guardando a Gesù Cristo che la nostra razionalità e la nostra affettività si integrano, per rendere possibile un’esperienza spirituale che ci edifica come uomini, uomini che devono essere sempre di più uomini veri, uomini autentici. È proprio guardando a Gesù, con gli occhi del nostro cuore, che impariamo da lui uno stile, una postura, nella quale gli altri possono trovare con ogni probabilità un riflesso di quella presenza buona, accogliente che aveva Gesù.

Questa contemplazione di Gesù tentiamo di viverla attraverso il vangelo di Marco che abbiamo ascoltato come parola che Dio rivolge a noi, qui, ora. Marco ha inserito il racconto della trasfigurazione di Gesù – ed è importante che notiamo questo, perché è Marco che ha creato il racconto del vangelo – dopo l’annuncio della passione e prima dell’annuncio del ritorno di Elia. Conosciamo bene l’incipit di questa sezione: «Gesù cominciò a insegnare», «érxato didáskein» (Mc 8,31), cominciò, incominciò. Quell’insegnamento è nuovo per i discepoli: è un insegnamento che urta contro tutto quello che Gesù aveva fatto e detto; è un insegnamento in cui Gesù dice che «il Figlio dell’uomo doveva soffrire molte cose» (cf. ibid.). E a questo inatteso, nuovo insegnamento di Gesù sulla necessità di soffrire molte cose, Pietro reagisce rimproverando Gesù (cf. Mc 8,32). Ma Gesù dà una lezione pubblica a quel suo discepolo che lo aveva preso in disparte (cf. Mc 8,33); Gesù che parla sempre chiaramente e non ha nulla da dire ad un discepolo personalmente, chiama a sé la folla e tutti gli altri e dice con voce molto alta: «Se qualcuno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc 8,34).

È una parola per ciascuno di noi, una parola di fronte alla quale possiamo anche sentirci inadeguati, ma è una parola che non dobbiamo annacquare, indebolire. Chi vuole stare alla sequela di Gesù e vuole essere suo discepolo, deve smettere di guardare a se stesso – questo è il vero senso del «rinnegare» –, deve smettere di riconoscere solo se stesso; e in questa operazione di non guardare a se stesso, di smettere di riconoscere se stesso, con tutte le forme di narcisismo e di egoismo che sono connesse allo sguardo su se stessi, occorre arrivare anche a perdere la propria vita. Ma questa, dice Gesù, è la condizione per essere riconosciuti dal Figlio dell’uomo quando verrà nella sua gloria con i suoi angeli (cf. Mc 8,38). Questa è la condizione per vedere il Regno di Dio che viene con potenza anche prima di morire (cf. Mc 9,1). Queste parole di Gesù devono apparirci decisive: o uno smette di guardare a se stesso per guardare a Gesù, e in Gesù guardare agli altri, oppure continua a guardare se stesso, e allora resta incapace di vedere il Regno che viene con potenza e non potrà essere riconosciuto dal Figlio dell’uomo, quando egli verrà.