Message de l'archevêque Antoine de Boryspol

Bose, 8 - 11 settembre 2010
+ ANTOINE, Archevêque de Borispol’, président du comité scientifique auprès du Saint Synode de l'Église orthodoxe d'Ukraine
Bose, 8 - 11 septembre 2010
XVIIIe Colloque œcuménique international
È infine motivo di gioia il fatto che il convegno ormai nel corso di molti anni sia una delle più feconde forme di dialogo teologico tra cattolici e ortodossi. Preghiamo Dio che questo incontro ci aiuti ad avvicinarci all’adempimento del comando del Cristo Salvatore
  

 

TRADUCTION ITALIENNE
DU MESSAGE DE L'ARCHEVÊQUE ANTOINE
AUX PARTICIPANTS DU COLLQOUE

 

al reverendissimo priore
del monastero della Trasfigurazione del Salvatore
padre Enzo Bianchi

Stimatissimo padre priore Enzo!

Rivolgo di cuore il mio saluto ai partecipanti del Convegno ecumenico internazionale, che ormai da diciotto anni si tiene nel monastero di Bose. È motivo di gioia vedere che qui, come testimonia l’esperienza degli anni passati, siano sempre affrontati non temi teologici astratti dalla realtà della vita ma questioni concrete della vita spirituale ortodossa. Rende doppiamente felici il fatto che tale interesse verso l’ortodossia venga da persone formate nella tradizione occidentale.

In particolare, questa volta sarà discusso un problema molto attuale in tutti i tempi nella vita spirituale: quello della comunione e della solitudine. Il mondo con le sue passioni e vizi spesso limita drasticamente o mette direttamente in contrapposizione queste modalità del vivere umano. Gli è difficile comprendere l’ideale monastico – la rinuncia alle illusioni mondane per unirsi a Dio in una preghiera senza distrazioni. Spero che lo stesso spirito straordinariamente pacifico e creativo del monastero di Bose, dove i fratelli cercano di unire nella pratica con sapienza queste due dimensioni della vita monastica – la comunione e la solitudine – favorisca una feconda discussione sul piano scientifico. E le riflessioni competenti sul tema scelto aiuteranno quanti cercano la verità ad accogliere il monachesimo non quale bellezza esotica, o relitto di un passato lontano, ma quale istituzione viva ed essenziale, anche grazie alla quale, nonostante tutti i cataclismi politici, economici ed ecologici, il mondo sopravvive ed è salvato.

È infine motivo di gioia il fatto che il convegno ormai nel corso di molti anni sia una delle più feconde forme di dialogo teologico tra cattolici e ortodossi. Preghiamo Dio che questo incontro ci aiuti ad avvicinarci all’adempimento del comando del Cristo Salvatore: “Che tutti siano uno, come Tu, Padre, sei in me e io in te, essi siano uno in noi” (Gv 17,21).

Con i più sinceri auguri di bene

+ ANTONIJ
Arcivescovo di Borispol’,
Presidente del comitato scientifico presso il Santo Sinodo
della Chiesa ortodossa ucraina
Professore e Rettore dell’Accademia teologica e del Seminario di Kiev