Message de Rowan Williams, archevêque de Canterbury

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Bose, 5 - 8 septembre 2012
XXe Colloque œcuménique iternational
Je prie afin que les décisions prises durant ce colloque augmentent notre désir de recevoir de Dieu une purification de notre vie

 

XXe Colloque œcuménique international
de spiritualité orthodoxe
 

L'HOMME GARDIEN DE LA CRÉATION

Bose, mercredi 5 - samedi 8 septembre 2012

en collaboration avec les Églises orthodoxes

 

 

TRADUCTION ITALIENNE DU MESSAGE DU PRIMAT DE CANTERBURY

 

Londra, Lambeth Palace
settembre 2012

Nel racconto della Genesi Dio “vide che era cosa buona” al termine di diverse tappe della storia creazionale; ma quando il processo diviene completo con la creazione dell’umanità, “Dio vide che era cosa molto buona” (Gen 1,31). L’umanità non è separata dal resto della creazione, ma l’umanità non è nemmeno semplicemente una qualsiasi delle fasi della storia. La presenza dell’umanità aggiunge una qualità decisiva più che replicare semplicemente la “bontà” degli altri elementi dell’universo.

Fin dagli albori della fede cristiana gli esegeti hanno notato questa caratteristica della storia creazionale e hanno altresì compreso molto presto l’accresciuta bontà di una creazione che include l’umanità in relazione al fatto che vi è ora nel mondo una creatura capace di rispecchiare Dio nella mente, nel cuore e nell’azione. Di più, questa è una creatura capace di assumere la realtà incarnata del Dio Figlio nella pienezza dei tempi. Come afferma Gregorio Palamas, l’umanità è dotata di bellezza e dignità come anticipazione dell’incarnazione.

Questo chiarifica che il posto speciale dell’umanità non è un privilegio di potere o di sfruttamento. L’umanità è creata per assumere nella carne la realtà della Parola, e la Parola eterna è colei in cui ogni creatura trova la sua forma in cui risiedere e il suo significato, il proprio particolare logos, nel linguaggio di san Massimo. Se l’umanità è a immagine di Dio e se questa immagine è pienamente realizzata nella venuta della Parola nella carne, la vocazione dell’umanità è di amare e nutrire il vero significato e la vera forma di ogni aspetto della creazione, e non di cercare di sottometterla a qualche momentanea versione di ciò che sembra essere nell’interesse della sola umanità.

Di qui l’importanza del tema che questo convegno sottopone alla nostra etica e alla nostra preghiera. Dobbiamo costantemente cercare di nutrire una visione degli altri esseri umani e del mondo che ci circonda che sia aperta alla sua vera natura, alla sua natura relativa a Cristo, e dobbiamo cercare di agire nei confronti degli altri esseri umani e del mondo con l’amore e il rispetto che essa ci impone. La lotta ascetica per essere liberi dalle passioni è una lotta per essere liberi da tutto ciò che distorce questa visione e quindi per essere liberi per servire con amore. La Chiesa nella sua liturgia celebra e realizza questa visione ripristinata.

Prego affinché le decisioni prese in questo convegno aumentino il nostro desiderio di ricevere da Dio una tale purificazione della nostra vista e un tale rinvigorimento del nostro servizio in un mondo dominato da uno sfruttamento e da una brama che crescono vertiginosamente, così che il vero volto dell’umanità e il vero volto della creazione stessa si rivelino nel loro pieno splendore attraverso la grazia dello Spirito.

+ Rowan Cantuar,
arcivescovo di Canterbury

L'UOMO CUSTODE DEL CREATO