Message de Theodoros II, patriarche d'Alexandrie

Theodoros II, Papa di Alessandria e di tutta l’Africa
Theodoros II, Papa di Alessandria e di tutta l’Africa
Bose, 5 - 8 septembre 2012
XX Colloque œcuménique international
Comme chrétiens, nous devrions répondre à nos énormes responsabilités et sauver la planète

 

XXe Colloque œcuménique international
de spiritualité orthodoxe
 

L'HOMME GARDIEN DE LA CRÉATION

Bose, mercredi 5 - samedi 8 septembre 2012

en collaboration avec les Églises orthodoxes
 

TRADUCTION EN ITALIEN DU MESSAGE DU PATRIARCHE D'ALEXANDRIE

Reverendissimo fratello in Cristo, P. Enzo,
Amati membri della Comunità di Bose e partecipanti e relatori del Convegno,

È un vero onore per il Patriarcato Greco di Alessandria e di tutta l’Africa dare la mia benedizione patriarcale per il successo di questo importante raduno del 20° Convegno Ecumenico Internazionale che riguarda il nostro ministero pastorale e morale per l’intera Creazione di Dio. Come cristiani dovremmo trovare modi per lavorare insieme a proteggere la Creazione di Dio. Il nostro pianeta è la residenza comune dell’intera umanità. Questo è uno degli importanti insegnamenti dei grandi teologi della chiesa alessandrina del IV secolo, come i miei predecessori Atanasio il Grande e Cirillo di Alessandria.  

È vero che ciò che gli uomini del passato non sono riusciti a distruggere nel nostro pianeta per migliaia di anni, sono riuscite a distruggerlo le ultime generazioni. Il rischio che il nostro pianeta sia trasformato in una pericolosa serra senza ventilatore costituisce ormai una visibile minaccia per tutti noi, come le piante di una serra chiusa che gradualmente appassiscono, si seccano e muoiono, a meno che non scegliamo di fare passi decisivi fin da oggi.
            Solo quando l’uomo accetta l’insegnamento della nostra Chiesa, cioè che il Creatore di tutte le cose è Dio, possiamo amare l’intera creazione e custodirla. L’uomo come coronamento della creazione di Dio ha una posizione speciale nel nostro pianeta. L’uomo è invitato da Dio a continuare il lavoro della creazione, e simultaneamente a vegliare su di essa, a prendersene cura e a favorire la sua crescita in qualunque cosa possa proteggerla quando è in causa la sua sopravvivenza. Per questo Dio, nel primo libro dell’Antico testamento, cioè nel libro della Genesi, invita il primo uomo, Adamo, a dare dei nomi agli animali e a tutte le cose. Questo riferimento biblico con linguaggio simbolico mostra le nostre responsabilità nei confronti dei tutta la creazione di Dio. Allo scopo di rispettare la creazione di Dio dobbiamo naturalmente diventare consapevoli del fatto che ogni cosa nel mondo appartiene a Dio che l’ha creata. Conseguentemente, noi esseri umani non siamo in nessuna circostanza i proprietari della creazione ma persone che accolgono i suoi comandamenti, ovvero il suo governo. Quindi, ciò che si crea in aggiunta nella nostra relazione con la creazione e la natura è il timore reverenziale e il rispetto.

Diventiamo coscienti del fatto che abbiamo un grave ruolo di responsabilità da svolgere per la protezione dell’ambiente, che è direttamente connesso con l’adeguato rispetto che tutti noi dobbiamo al Creatore, cioè a Dio.
Per questo motivo, il problema ecologico è connesso con il problema creato dal “riferimento alla casa di Dio”. Quindi, l’insieme della creazione, l’intero ambiente naturale, il nostro pianeta e qualunque cosa esista in esso è in questo senso la più ampia abitazione di Dio, nella quale esiste e vive la divina creazione di Dio. L’uomo, come parte inseparabile di questa più ampia abitazione di Dio, deve essere protetto in ogni modo, nella sua dignità e nei suoi diritti. Lo stesso vale per ogni parte della creazione. In questo modo, come è già si è sottolineato, mostriamo una riverenza particolare all’essere del Creatore, alle tre divine persone di Dio Trinità, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. In nessun caso l’uomo deve creare una forma di opposizione o di giustapposizione con il suo ambiente, cioè il più ampio spazio e della natura in cui vive. Non dobbiamo cadere di nuovo vittime dei recenti tempi della storia dell’umanità, in cui purtroppo molti uomini a causa della disumana arroganza dei loro imperi, gli inaccettabili interessi di colonizzazione e l’inconcepibile mancanza di controllo nella rivoluzione industriale così come per l’ingiusto sfruttamento che l’uomo impone agli altri esseri umani come lui, sono costretti a vedere la natura come la loro pericolosa avversaria e nemica che essi dovrebbero assediare, difendere, depredare, conquistare e rapinare crudelmente, trasformandola così con l’olocausto delle due guerre mondiali in un enorme cimitero, che ancora deploriamo con dolore nell’anima per il futuro.

L’insegnamento ortodosso accosta la relazione degli uomini con la natura e l’ambiente  con un’altra prospettiva, in cui vengono preservate la riconciliazione e la coesistenza dei popoli.  La nostra Chiesa non vede la natura e l’ambiente come avversari dell’uomo, ma come quella realtà in cui abbiamo una relazione strumentale e a cui di conseguenza noi stessi apparteniamo. Così diventiamo consapevoli del fatto che siamo tutti parte di questa natura e perciò proteggendo la natura proteggiamo noi stessi. Ossia assumiamo la rotta sicura della nostra sopravvivenza.

Come cristiani, dovremmo rispondere alle nostre enormi responsabilità di salvare il pianeta, in modo da far fronte comune con onore alla grande battaglia pacifica per la nostra sopravvivenza, che comincia nella misura in cui siamo preparati a lottare con forza e decisione, per il regno di giustizia nel mondo come il solo mezzo che possa condurci a vivere nell’autentica pace di Dio.
Dio vi benedica

Theodoros II
Papa di Alessandria e di tutta l’Africa

 L'UOMO CUSTODE DEL CREATO