Lecture by Enzo Bianchi

 

Conclusione

Ci sono indubbiamente altre «ragioni cristiane» che motivano una responsabilità ecologica da parte dei cristiani, ma ho voluto evidenziarne solo tre, quelle fondanti che ne originano altre. Certo, risulta con evidenza che salvaguardare, custodire e redimere la creazione appare come un comandamento dato agli uomini prima della legge consegnata a Mosè. Insieme al comando del riposo sabbatico (da intendersi in profondità come anticipazione escatologica!), c’è il comando di custodire e coltivare il giardino: comando rivolto a tutti gli uomini… L’uomo deve scegliere tra l’essere il luogotenente di Dio che regna sulla creazione e autorevolmente ne accresce la vita, o essere deturpatore, sfruttatore, dominatore della creazione. L’uomo non pecca solo contro Dio, contro i fratelli, contro se stesso, ma anche contro la natura, rendendo sovente la terra desolata.
L’adam della prima creazione, il terrestre, nel suo peccare, ha peccato e pecca anche contro la creazione, ma il nuovo Adamo (cf. 1Cor 15,45), ultimo venuto ma primo nel pensiero di Dio, ha saputo vivere con la creazione in modo esemplare. Il suo agire messianico non riguardava solo il rapporto con gli uomini ma anche quello con la creazione: Gesù ha amato la terra, le è restato fedele, si è mostrato un contemplativo della creazione, capace di vedere in essa un dono di Dio e una responsabilità per l’uomo. Riconciliato con la natura, con gli animali, con i lavori dell’uomo, con la realtà quotidiana, dalla contemplazione della natura ha saputo trarre lezione, consolazione, e ha saputo rispondere al gemito presente in ogni cosa. Non è stato solo «il bel/buon pastore» (ho poimèn ho kalós: Gv 10,11) delle pecore, ma anche della natura!

E noi, alla sua sequela, di fronte al «deserto che avanza» – come annunciava Nietzsche (14) –, di fronte alla terra sempre più desolata, dovremmo imparare da lui a scorgere nella profondità della creazione la signatura rerum, la scrittura delle cose, a cogliere non solo le lacrimae rerum (cf. Rm 8,22), ma anche le laudes rerum (cf. Sal 19,2-5; Bar 3,34-35)… Il mezzo privilegiato e cristologico per assumere questo sguardo, è ascoltare il magistero eucaristico: è l’eucaristia la vera cattedra delle ragioni cristiane dell’ecologia. Solo l’uomo eucaristico percepisce la creazione come dono di Dio fatto in Cristo e nella potenza dello Spirito santo; solo l’uomo eucaristico comprende che tutta la creazione, comunità di co-creature, è materia eucaristica assunta nel corpo di Cristo, primogenito di ogni creatura; solo l’uomo eucaristico sa attendere, «donec veniat» (1Cor 11,26), cieli nuovi e terra nuova, quando «Dio sarà tutto in tutti» (1Cor 15,28)! Scriveva Massimo il Confessore:

Il mistero dell’incarnazione del Verbo contiene in sé tutti i segreti e gli enigmi delle sante Scritture e il senso nascosto di tutte le creature visibili e intellegibili, ma colui che conosce il mistero della croce e della tomba vuota conosce le ragioni essenziali di tutte le cose, e chi è iniziato all’arcana potenza della resurrezione conosce lo scopo per cui Dio ha creato nell’in-principio tutte le cose (15).

Sì, questo scopo è il Figlio, è Cristo, la Vita eterna, salvezza e trasfigurazione della creazione amata da Dio in un cielo nuovo e una terra nuova!

ENZO BIANCHI

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(1) Origene, Omelie sui Numeri 24,2,6 (SC 461,174).

(2) Benedetto XVI, Messaggio per la 43a Giornata mondiale della pace Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato, 1° gennaio 2010, 1.

(3) Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Novo millennio ineunte, 6 gennaio 2001, 51.

(4) Catechismo della chiesa cattolica, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 1992, § 295, p. 91.

(5) Su questo tema ho meditato più estesamente in E. Bianchi, Creazione e redenzione, Qiqajon, Bose 1991 (Testi di meditazione 40).

(6) Ireneo di Lione, Contro le eresie IV,14,1: «Initio, non quasi indigens Deus hominis, plasmavit Adam, sed ut haberet in quem collocaret sua beneficia» (SC 100**,538).

(7) «Deus, in quo vivimus, movemur et sumus…»: «Missa ad pluviam petendam. Collecta», in Missale romanum ex decreto sacrosanti concilii tridentini restitutum summorum pontificum cura recognitum, Editio princeps (1570), a cura di M. Sodi e A. M. Triacca, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 1998, p. 642.

(8) Cf. Ireneo di Lione, Contro le eresie IV, prefazione, 4 (SC 100**,390); IV,20,1 (ibid.,626); cf. anche IV,7,4 (ibid.,464); V,1,3 (SC 153**,28).

(9) Cf. A. Beauchamp, «Création et écologie», in Christus 185 (2000), pp. 29-37; Id., Pour une sagesse de l’environnement: essai sur une éthique et une spiritualité chrétienne de l’environnement, Novalis, Ottawa 1991.

(10)«Quia ipse [Spiritus sanctus] est remissio omnium peccatorum»: «Tempus paschale. Sabbato post Dominicam VII Paschae. Ad missam matutinam. Super oblata», in Missale romanum ex decreto sacrosanti oecumenici concilii Vaticani II instauratum, auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, Ioannis Pauli PP. II cura recognitum, Editio typica tertia, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 2002, p. 440 (cf. Messale Romano riformato a norma dei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II e promulgato da Papa Paolo VI, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 19832, p. 238).

(11) Cf. E. Bianchi, Adamo, dove sei? Commento esegetico-spirituale ai capitoli 1-11 del libro della Genesi, Qiqajon, Bose 20073 (in particolare pp. 97-160); A. Bonora, «L’uomo coltivatore e custode del suo mondo in Gen 1-11», in Questione ecologica e coscienza cristiana, a cura di A. Caprioli e L. Vaccaro, Morcelliana, Brescia 1988, pp. 155-166.

(12) Cf. P. De Benedetti, E l’asina disse…, Qiqajon, Bose 1999.

(13) Si veda in proposito l’intelligente riflessione di A. Wénin, «L’humain face à l’animal», in Études, mai 2002, pp. 635-643.

(14) F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, Parte IV, «Tra le figlie del deserto» 2, a cura di S. Giametta, Bompiani, Milano 2010, p. 796.

(15) Massimo il Confessore, Capitoli teologici I,66 (PG 90,1108A-B).