The transfigured Christ in the Orthodox spiritual tradition


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La dimensione esperienziale della vita spirituale, che nella trasfigurazione di tutto l’essere dell’uomo trova la sua meta, è anche il tratto distintivo della rinascita, nella Russia del XIX secolo, della spiritualità ortodossa, e in particolare del monachesimo (Serafim Belonožko) dove l’incontro tra la riscoperta dei padri e la ricerca esistenziale di filosofi, scrittori e artisti, ha offerto gli elementi per una nuova sintesi tra la tradizione cristiana e le sfide contraddittorie della storia contemporanea (Sergij Hovorun). Ma è soprattutto nello splendore del mistero contemplato e celebrato nell’icona che la Chiesa d’Oriente non cessa di annunciare agli uomini la bellezza che attende la storia umana e tutto il cosmo trasfigurati (le relazioni sull’iconografia bizantina e russa di Stamatis Skliris e Engelina Smirnova).

La giornata conclusiva del Convegno ha offerto una riflessione attualissima su alcuni grandi testimoni della Trasfigurazione del secolo XX, che hanno saputo attraversare il buio della persecuzione e del martirio, dell’odio e della violenza che sfigura il volto umano, senza disperare mai della luce dell’amore di Cristo: san Silvano del Monte Athos (Sergej Choružij) e il teologo romeno Dumitru St?niloae (Iustin Marchis). Come ha ricordato il metropolita di Diokleia Kallistos Ware, nella sua riflessione finale sulla Trasfigurazione di Cristo e la sofferenza del mondo, “la Trasfigurazione e la Passione devono essere comprese l’una nei termini nell’altra, ed insieme nella luce della Resurrezione”. “Prima che tu salissi sulla croce…”, sono le sorprendenti parole di inizio del Grande Vespro della Trasfigurazione nella liturgia orientale: “Prima della tua croce, o Signore, prendendo con te i tuoi discepoli, su un alto monte davanti a loro ti sei trasfigurato…”. A questa comprensione si può accostare quella della liturgia latina, che colloca il Vangelo della Trasfigurazione nella seconda settimana di Quaresima; d’altra parte, come dimenticare la straordinaria interpretazione figurativa del maestoso mosaico dell’abside di S. Apollinare in Classe a Ravenna, dove da una parte e dall’altra della croce gloriosa stanno Mosè ed Elia, mentre sotto la croce stanno tre pecore, che raffigurano i tre testimoni della Trasfigurazione?