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Discours d'accueil du patriarche Bartholomée Ier

Santità, la comunione noi speriamo non sia lontana. Lei sa che preghiamo con particolare insistenza il Signore per il concilio panortodosso che Lei desidera e per il quale tanto lavora. Noi preghiamo che il Signore lo renda possibile, perché sarà un vero servizio all’unità di tutte le Chiese oltre che alla comunione tra le Chiese ortodosse. Sappiamo che l’unità voluta dal Signore Gesù non ha mai smesso di esistere, anche al di là delle divisioni canoniche, e che gli uomini hanno sempre potuto, nella fede nel Signore e nell’obbedienza all’evangelo, in una «grande nube di testimoni» (Eb 12,1), vivere una comunione che non sempre noi sappiamo vedere ma che è più alta dei muri che separano le Chiese.
Tra questi testimoni ci è particolarmente caro ricordare oggi, Santità, l’amato Metropolita di Silyvrìa, Emilianos Timiadis, che per tanti anni è stato in modo instancabile la voce del Patriarcato ecumenico presso il Consiglio ecumenico delle Chiese, e che nell’ultimo tratto della sua vita, fino alla sua morte (2008), ha voluto condividere la nostra vita monastica, dandoci l’esempio di un monaco povero, pieno di libertà, capace di grande intercessione e di grande amore per l’unità delle Chiese. L’ecumenismo per lui non è stato un lavoro da specialisti, ma un elemento organico del suo stesso essere cristiano, presbitero e vescovo: egli infatti considerava la divisione dei cristiani come uno scandalo permanente e una contraddizione radicale alla testimonianza resa all’evangelo, ma con Giovanni Crisostomo, il padre della Chiesa che più amava citare, era anche intimamente persuaso che per tutti i cristiani «i doni più essenziali sono comuni: il battesimo, la salvezza per la fede, l’avere Dio come Padre e la partecipazione di tutti al medesimo Spirito» (Omelie sulla Lettera agli Efesini XI,1). La sua persona e la sua vita sono state un altro grande dono di cui siamo debitori alla Grande Chiesa di Costantinopoli!

Santità, non posso se non esprimerLe – a nome di tutta la comunità ma anche a nome dei nostri amici e ospiti che hanno voluto essere qui con noi nonostante oggi sia un giorno feriale e lavorativo, ma sono venuti appositamente per dire che anche loro tramite la nostra comunità sentono per Lei stima e affetto e la ricordano nelle preghiere, come facciamo sovente qui a Bose – non posso se non esprimerLe un profondo grazie, oltre che per il dono del Suo ritorno in mezzo a noi, per l’intero servizio di comunione che Lei svolge coraggiosamente, e per tutto ciò che la Chiesa ortodossa ha da sempre rappresentato e rappresenta per noi e per tutti i cristiani occidentali. Qui a Bose e nelle nostre fraternità nutriamo un grande affetto per Lei e le diciamo che il Patriarcato ecumenico può sempre contare sulla nostra leale volontà di comunione, sulla nostra accoglienza, sulla nostra costante intercessione. Le rinnovo l’assicurazione della nostra collaborazione per tutto ciò che ci è possibile – siamo semplici monaci! –, e la nostra preghiera ardente per Lei, per il santo Sinodo e per tutto il Patriarcato, con uno speciale ricordo per i lavori preparatori del santo e grande sinodo panortodosso e per la riapertura della Scuola teologica di Chalki così cara al cuore di tutti noi!

Is pollà éti Déspota! Che il nostro Signore “amico degli uomini” la custodisca ancora per lunghi anni alla guida della Sua Chiesa e che il Suo ministero patriarcale sia ancora ricco di molti frutti: «per la pace del mondo intero, per la prosperità delle sante Chiese di Dio e per l’unione di tutti i cristiani, preghiamo il Signore: Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison» (Liturgia di san Giovanni Crisostomo). Grazie Santità!

Monastero di Bose, 14 maggio 2013

ENZO BIANCHI
Priore del Monastero di Bose