Conclusions of the conference

 

1.3 I padri della chiesa sono stati molto presenti alle nostre meditazioni teologiche sull’“uomo guardiano della creazione”. Il titolo dato alla conferenza su sant’Ireneo di Lione rispecchia un aspetto fondamentale del loro sguardo sull’economia della salvezza: la natura ferita e guarita, nell’uomo, e a causa dell’uomo nella creazione tutta intera. Il Figlio, il Verbo incarnato, è divenuto l’asse, il perno centrale che attira il tempo e lo spazio che lo precedono, ma che al tempo stesso li proietta verso il loro compimento. Questo stesso compimento è l’arché, il “principio” cristico: non soltanto l’universo antropocentrico, quanto piuttosto il Cristo Gesù teandrico, e ancora la storia della creazione.

San Massimo il Confessore orchestrerà alla sua maniera, più speculativa, ma non meno penetrante, questa inclusione della natura, abbandonata alla morte e salvata sulla croce dal sangue del Figlio, nel dramma della salvezza degli uomini.

La bellezza della natura ha stimolato la preghiera dei monaci e delle monache. Tra i padri siriaci sant’Efrem e sant’Isacco, attraverso l’idea della compassione universale, tra gli spirituali bizantini san Pietro Damasceno, e altri ancora, hanno lodato e glorificato il Signore, meravigliandosi dinanzi alla bellezza della creazione. Ci ricordano al tempo stesso che questo sguardo che scopre la bellezza della natura è proprio di un cuore già purificato dal peccato. Sguardo dell’asceta e del cristiano purificato dalla luce della trasfigurazione.

1.4 Le celebrazioni liturgiche educano la nostra intelligenza e la nostra sensibilità ad assumere questo medesimo sguardo, lodando il Dio misericordioso e implorando la sua misericordia su di noi e sul mondo.

Tra le innumerevoli iscrizioni dell’uomo credente che plasma nel suo spazio ambiente la storia della propria salvezza, abbiamo potuto ammirare la meditazione, o meglio la sinfonia visuale dei monasteri della Moldavia.

1.5 Due tavole rotonde hanno dato concretezza alle nostre riflessioni. La prima, dedicata ai monaci e la creazione, ci ha mostrato attraverso una serie di esempi storici e contemporanei, come i monaci ortodossi e latini riuscissero a trasformare e adattare un ambiente inizialmente ostile. Ricordiamo il monastero di Solovki, dei monaci del circolo polare artico nella penisola di Kola, dei cisterciensi, dei monaci del deserto egiziano, di Siria, di Palestina…

È qui che va ricordato che l’ascesi cristiana è una forza positiva di liberazione dell’uomo. Ci è stato sovente ricordato e ci sarà modo di approfondirlo. Ascesi fisica ma anche ascesi mentale, come ci ha ricordato il metropolita Filaret di Minsk, facendo allusione all’inquinamento dei pensieri e degli spiriti.

La seconda tavola rotonda si è concentrata sulla responsabilità etica che incombe all’uomo custode della creazione. L’ascesi è una risorsa classica. Quale parte deve avere non soltanto nella nostra vita personale, ma anche a livello degli stati e delle istituzioni internazionali?

Ci sono state presentate le riflessioni dei teologi ortodossi contemporanei: lavoro promettente, che deve essere proseguito in sinergia con gli scienziati, come ci ha mostrato dal dottor Antoine Courban.

1.6 Menzioniamo infine le meditazioni teologiche così stimolanti dell’arcivescovo Antonij di Boryspil e di padre John Chryssavgis, che abbiamo appena ascoltato, cui va aggiunta la conferenza su padre Sergij Bulgakov di Pavel Gavrilyuk, che rimpiangiamo che non abbia potuto essere tra noi.