Conférence de Iosif Bosch, évêque de Patara

 

Kenosis creazionale e perfettiva 

Come abbiamo già esplicitato precedentemente, l’unica e triplice azione trinitaria ad extra -incomprensibile alle nostre capacità intellettuali- si identifica con il divino Eros e Agape, che spinge naturalmente e volontariamente la Divinità in qualche modo a “ritirarsi” e “lasciare spazio” all’ “heterousio”, a quello che non è consustanziale, -all´altro per eccellenza, all’assolutamente diverso-, in una sorta di kenosis erotica ed estatica, volontaria e liberale, che fa dell´inconsustanziale un essere libero e, per questo, con tutte le prerogative e le capacità di “annullare”, per grazia, lo spazio ontologico esistente tra i due diversi, in virtù della stessa azione, forza e realtà ontologica che li mantiene necessariamente in-consustanziali, in quanto conserva l’alterità come conditio sine qua non per poterla, paradossalmente e per grazia, trasformare.

Necessariamente si entra nel campo del paradosso: il ritirarsi, il limitarsi, o lo svuotarsi di Dio non significa distanza oppure mancanza ontologica nei confronti della sua creazione, ma significa piuttosto l’irruzione -quasi violenta- volontaria e naturale di sé stesso nella sfera del “totalmente altro”.

Quell’uscita, quel dilatarsi di Dio da se stesso, dall’eterno e intimo della sua medesima essenza verso “l’altro”, è l’azione che paradossalmente “dà luogo” al “necessariamente altro”, e produce una sua esistenza in-dipendente, ma allo stesso tempo di-pendente da Dio, Colui che, quando sembra ritirarsi, in realtà avanza in un movimento estatico e volontario, creando, sostenendo e perfezionando ciò che “non-è-Lui”, ma che tende, in virtù della sua di-pendenza e in-dipendenza, “ad-essere-Lui”, in un movimento inverso che fa essere “colui-che-non-è” come “Colui-che-è”, sempre nel rispetto dell’alterità fino a quando questa viene superata per e nella medesima forza che la mantiene: la divina onnipotenza, o la divina bontà, che si muove nel piano creato attraverso le energie in-create.

Parliamo , dunque, della Divina Provvidenza, o Economia: la bontà di Dio che dona con abbondanza e gratuitamente l’essere, la vita, la saggezza e la perfezione alle creature che, spontaneamente nella loro di-pendente in-dipendenza, tendono naturalmente e drammaticamente verso di essa.