Sintesi dei lavori del 31 maggio

XII Convegno Liturgico Internazionale Bose, 29 30 31 maggio 2014
LITURGIA E COSMO
Fondamenti cosmologici dell'architettura liturgica
Organizzato dal Monastero di Bose 
in collaborazione con l'Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici
della Conferenza Episcopale Italiana

SINTESI DEI LAVORI DEL SABATO 31 MAGGIO

I lavori della mattinata conclusiva di sabato 31 maggio sono stati inaugurati dalla relazione del Prof. Luigi FUSCO-GIRARD, architetto, docente di Economia urbana ed estimo ambientale, nel Dipartimento di Architettura dell’Università di Napoli Federico II, che ha proposto una panoramica europea esemplificativa del rapporto fra architettura di chiese e sostenibilità. Partendo dall’idea di simbiosi fra natura e manufatto, il relatore ha mostrato come la rigenerazione delle nostre città passi attraverso la metafora della piazza, quale luogo di rigenerazione, di circolarizzazione e di nuove simbiosi, luogo in cui si rigenerano rapporti relazionali, nello scambio fra interessi particolari e generali. Non è sufficiente conservare l’esistente, bisogna rigenerare il capitale esistente; e anche l’architettura di chiese dovrebbe entrare in simbiosi con la natura, la comunità e la città stessa, verso un’auspicabile spiritualità ecologica che unisca uomo, terra, cosmo e Dio.

In seguito, il prof. Andrea LONGHI, docente di Storia dell’architettura ed è membro del collegio della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio, presso il Politecnico di Torino, ha animato una tavola rotonda sul tema: Architettura liturgica tra cosmo e società, alla quale hanno preso parte David BANON e Albert GERHARDS, che ricopre l’incarico di Professor für Liturgiewissenschaft und Direktor des Seminars für Liturgiewissenschaft presso la Facoltà cattolica di teologia dell’Università di Bonn. “Le comunità cristiane – ha sintetizzato Andrea Longhi – sono chiamate a seguire il dibattito civile e politico sui temi di ecologia, ambiente, sostenibilità, natura e paesaggio, secondo l’invito conciliare a scrutare e interpretare i segni dei tempi, anche impegnandosi in modo fattivo e offrendo esempi di buone pratiche nelle proprie iniziative architettoniche. La cura del creato e la cura delle comunità impongono scelte architettoniche improntate alla sobrietà, al risparmio, alla sostenibilità e al rispetto del paesaggio, innanzitutto nei nuovi edifici di culto e negli spazi di vita cristiana.

Tuttavia, il servizio che le chiese cristiane possono svolgere è più profondo, e si rivolge alla ricerca di senso relativa all’agire architettonico stesso. Oltre all’etica della sostenibilità, alla sobrietà, al risparmio delle risorse offerte dal creato, si pone un quesito più radicale sui nessi tra coerenza etica e sperimentazione poetica. I committenti e gli artefici possono rendersi promotori di una più ampia attenzione verso gli orizzonti di senso della trasformazione dell’ambiente antropizzato: la teologia deve riflettere non solo sulle chiese e sull’architettura liturgica, ma sulle costruzioni come loci theologici, praticando un pensiero teologico sulle trasformazioni dell’ambiente costruito, su come Dio agisca nell’architettura non-sacra, su come l’architettura non sia solo un ‘esito’ della teologia, ma un ‘fare’ teologia con mezzi espressivi non verbali.

L’architettura liturgica può quindi costituire il terreno privilegiato di sperimentazione, e può insegnare molto all’architettura in generale: la riapertura di un orizzonte cosmico, che superi i limiti di un esasperato antropocentrismo utilitarista o funzionalista, può offrire elementi di riflessione sull’agire costruttivo, in cui l’architettura liturgica sia intesa come laboratorio di sensibilità applicabili in ambiti più vasti”.

Infine, il Priore di Bose, fr. Enzo BIANCHI, ha rivolto ai partecipanti il saluto conclusivo.