23 dicembre 2025
Giovanni il Battista, cammina davanti a Gesù, per nascita, per vita, per morte. Dalla danza nel grembo di sua madre Elisabetta all’arrivo di Maria che porta nel grembo Gesù, fino all’incontro al Giordano, le strade di Giovanni e Gesù si susseguono e si intrecciano in un reciproco riconoscimento l’uno dell’altro. Non a caso la liturgia pone questo vangelo che ne narra la nascita appena prima della festa del giorno Natale di Gesù.
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22 dicembre 2025
“Allora Maria disse”: così si apre il nostro testo, con evidente aggancio a ciò che precede. L’incontro con Elisabetta, con tutto ciò che ha significato per le due donne, libera la parola di Maria, fa cantare il suo silenzio. Il Magnificat diventa così una “meditazione lirica sul significato dell’evento dell’annunciazione” (J. Dupont) e un canto sgorgato dall’incontro della visitazione.
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20 dicembre 2025
Immersi nella novena del Natale la liturgia ci invita a ripercorrere la vicenda terrena di Gesù, il suo farsi uomo tra gli uomini. Dopo l’annuncio a Giuseppe, oggi il brano del Vangelo ci ricorda l’annuncio a Zaccaria, colui che sarà il padre di Giovanni il battista.
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19 dicembre 2025
Immersi nella novena del Natale la liturgia ci invita a ripercorrere la vicenda terrena di Gesù, il suo farsi uomo tra gli uomini. Dopo l’annuncio a Giuseppe, oggi il brano del Vangelo ci ricorda l’annuncio a Zaccaria, colui che sarà il padre di Giovanni il battista.
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18 dicembre 2025
Nei giorni delle Ferie Maggiori del tempo di Avvento, iniziate ieri, le letture che ascoltiamo ci preparano all’evento dell’incarnazione. Oggi come ieri il vangelo è tratto dall’inizio del racconto di Matteo. L’evangelista desidera chiarire l’origine di Gesù, la sua “genesi”e presenta la concatenazione di eventi che l’hanno resa possibile, attraverso la lista dei “padri” che hanno preceduto “Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale fu generato Gesù chiamato Cristo” (v.16) e poi, nel testo odierno, vuole spiegare come “fu generato” Gesù Cristo (v.17).
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17 dicembre 2025
All’inizio delle cossidette Ferie maggiori di Avvento, la genealogia che apre il Vangelo secondo Matteo può aiutarci ad abbracciare in un unico sguardo l’intera storia d’Israele, come storia di profezia e di attesa, che nella “catena delle generazioni” e nella trasmissione delle promesse, arriva a “generare” il Messia-Gesù. Tutte le Scritture e la storia d’Israele in questa nascita trovano un compimento.
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16 dicembre 2025
“La parabola del servo che può vivere la fedeltà ma anche l’infedeltà”: questo il titolo della pericope odierna. Infatti è la stessa persona, lo stesso servo (“questo servo”: v. 48) che sa vivere la fedeltà ma anche l’infedeltà, che sa essere misurato e umano, ma può anche divenire arrogante, prepotente e violento. Non siamo di fronte alla personificazione di fedeltà e infedeltà in due personaggi differenti, ma alla possibilità di bene e di male da parte della stessa persona. A rivelare quella duplicità che è potenzialità di ciascuno di noi.
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15 dicembre 2025
“Quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino alle porte” (v. 32). Quel “tutte queste cose” si riferisce alla distruzione del tempio, agli sconvolgimenti della terra intera di cui Gesù ha parlato subito prima. Distruzioni e sconvolgimenti del creato li abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
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13 dicembre 2025
In questi giorni siamo immersi nella lettura-ascolto del discorso escatologico secondo la versione di Matteo, nei capitoli 24-25 del suo vangelo e i versetti di oggi ci mettono in guardia dai “falsi profeti” che sorgono sempre, in ogni epoca della storia, i quali presumono di sapere e di conseguenza pretendono di stabilire il quando della venuta del Figlio dell’uomo attraverso l’identificazione del dove: “Ecco è nel deserto… ecco è in casa”.
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12 dicembre 2025
“Seduto sul monte degli ulivi” (cf. Mt 24,3) Gesù annuncia ai discepoli: “Vi sarà allora una tribolazione grande…” (v. 21).
“Sull’ala del tempio porrà l’abominio devastante” (cf. v. 15; Dn 9,27), Gesù aveva ascoltato e ora “ri-legge” e invita a “comprendere” nel rotolo di Daniele il segno dell’arrivo di questa tribolazione: un idolo (Antioco Epifane) al posto di Dio.
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11 dicembre 2025
Gesù esce, se ne va dal tempio dopo un’intensa disputa con le autorità, e si siede sul Monte degli Ulivi. È qui che inizia il cosiddetto “discorso escatologico”, il discorso sulla fine. Spesso infatti è necessario uscire, prendere le distanze da una realtà per poterla vedere sul serio, per non lasciarsi assorbire e stordire, ma esaminarla con lucidità.
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10 dicembre 2025
“Le vipere e la gallina”: potrebbe essere il titolo di una favola di Esopo o di Jean de La Fontaine. In realtà si tratta degli animali protagonisti della pericope evangelica odierna. Scribi e farisei sono infatti definiti “serpenti, razza di vipere”. Gesù, poi, parla di sé paragonandosi a una chioccia che desidera radunare attorno a sé i propri pulcini.
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9 dicembre 2025
Leggo questa pagina evangelica identificando quegli scribi e farisei a cui si rivolge Gesù con l’umano di ogni luogo e tempo, l’umano mai abbastanza lontano da dove non dovrebbe essere, l’ipocrisia, il mettersi volutamente una maschera recitando esteriormente una parte che non rispecchia la sua realtà e verità interiore.
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8 dicembre 2025
Oggi, guardando a Maria, possiamo chiederci con Elisabetta: “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?” (Lc 1,43). Come in quei giorni, di attesa e primo compimento, Maria fece visita a Elisabetta, così oggi si fa incontro a noi che la riconosciamo Madre del Signore, figura in cui si compie l’attesa dell’Israele umile e povero che aspettava il Messia.
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