Se uno di voi ha un amico


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Carta realizzata presso la fraternità di Civitella san Paolo (RM)
Carta realizzata presso la fraternità di Civitella san Paolo (RM)

14 giugno 2024

Lc 11,5-13

In quel tempo Gesù5 disse: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: «Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli», 7e se quello dall'interno gli risponde: «Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani», 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».


Gesù sta dando degli insegnamenti sulla preghiera e dopo aver consegnato ai suoi discepoli la preghiera del “Padre nostro”, propone, nel brano appena letto, una piccola parabola seguita da alcune considerazioni.

Molto interessante il fatto che per insegnare ai suoi discepoli a pregare venga proposta una parabola di appena quattro versetti in cui ritorna per quattro volte uno stesso termine. Un termine non molto diffuso all’interno dei vangeli, ma che l’evangelista Luca utilizza più volte.

Avrete sicuramente capito qual è questo termine, ma se non è così vi invito a cercarlo e magari a sottolinearlo o evidenziarlo... A prima vista può sfuggire per la presunzione che abbiamo di conoscere e sapere già tutto o per la poca concentrazione con cui ci accostiamo a questo genere di lettura. Ancora una volta va ricordato che per attingere al tesoro inestimabile contenuto nelle sacre Scritture occorre scavare, occorre far fatica e scendere in profondità, solo così la profondità del testo incontrerà le profondità del nostro cuore in un abbraccio davvero vivificante perché portatore di senso. 

Stupisce l’inizio così provocante: “Se uno di voi ha un amico” … sembra quasi che Gesù ci provochi chiedendo di andare a verificare se abbiamo almeno un amico, o per lo meno qualcuno da chiamare amico perché interessati a non fare brutta figura con un altro amico.

In questa parabola il termine amico viene utilizzato per descrivere tre personaggi. Si parla di una prima persona che va a chiedere in prestito tre pani, di un’altra che viene svegliata mentre sta dormendo insieme alla sua famiglia e infine di quello che è giunto da un viaggio. 

Questo intreccio di amicizie più o meno interessate ci fa giungere alla considerazione che la preghiera è anche una questione di relazioni amicali. Spesso ci aspettiamo dalla preghiera chissà quali esperienze spirituali che ci elevino a immense altezze celesti. Oggi ci viene descritta l’esperienza della preghiera paragonandola alla bellissima relazione che si instaura tra noi semplici esseri umani: l’amicizia. Davvero bello questa descrizione della preghiera che per essere insegnata viene rimandata a quella che insieme all’amore è l’esperienza più bella che ci è data di sperimentare su questa terra: l’amicizia.

Nella preghiera noi scopriamo, alimentiamo e custodiamo l’amicizia con Dio insegnataci da Gesù l’amico di pubblicani e peccatori (Mt 11,19)

Accanto al campo di grano nutriente
che riverenti gli uomini coltivano e lavorano
a cui immolano il sudore del loro lavoro …
gli uomini lascian però
fiorire il fiordaliso bello.
Nessuno lo ha piantato, nessuno lo ha innaffiato
indifeso cresce in libertà
e con la serena fiducia
che – sì – la vita
sotto il vasto cielo
gli si conceda.
Accanto al necessario
plasmato da pesante terrestre materia
accanto al matrimonio, al lavoro, alla spada
anche il libero vuol
vivere
e crescere in faccia al sole.
Non solo il frutto maturo
anche i fiori son belli.
E se servano i fiori al frutto
o il frutto ai fiori
chi lo sa?
Entrambi, però, ci sono dati.
Il fiore più prezioso, rarissimo
– sgorgato in un’ora felice
dalla libertà dello spirito giocoso
audace, confidente –
è l’amico all’amico.

Dietrich Bonhoeffer, Poesie (1999)

fratel Dario a Cellole