Castità


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La castità è "l'amore ordinato (amor ordinatus), che non pospone le cose grandi alle minori'' (Agostino). Implicando l'assunzione radicale della propria corporeità, essa chiede non il rinnegamento del corpo o della sessualità, ma la loro integrazione nella vita personale, chiede all'uomo di adempiere il mandato di essere il proprio corpo, gli richiede di vivere la sessualità sotto il segno del simbolo, non dell'immagine. In particolare, ricorda all'uomo la necessaria integrazione della temporalità nell'amore: la castità è attesa, gradazione e durata. Essa rifiuta la fusionalità del "tutto e subito'', la logica dell'im-mediato e del consumo. E così si configura anche come lotta contro l'assolutizzazione e l'impersonalità della pulsione sessuale, contro la ricerca della soddisfazione ad ogni costo, la dissipazione, la reificazione della sessualità. La castità ci ricorda che l'amore è anche ascesi, fatica, lavoro, e richiede una purificazione per essere intelligente e rispettoso dell'altro e del suo mistero, davvero teso al bene dell'altro. Scrive Rilke: "Non c'è nulla di più arduo che amarsi. E’ un lavoro, un lavoro a giornata. I giovani, poi, non sono assolutamente preparati a questa difficoltà dell'amore; di questa relazione estrema e complessa, le convenzioni hanno tentato di fare un rapporto facile e leggero, le hanno conferito l'apparenza di essere alla portata di tutti. Non è così. L'amore è una cosa difficile!''.