La migliore politica alla luce della lettera enciclica "Fratelli tutti"
Domenica 17 Ottobre 2021, ore 10:30
Domenica 17 ottobre, giorno in cui si è avviato per le chiese locali il cammino sinodale proposto da papa Francesco, abbiamo accolto con piacere Pierluigi Castagnetti, deputato per più legislature e amico di vecchia data della nostra comunità, per un confronto che, prendendo spunto dall’enciclica Fratelli tutti, si proponeva di definire cosa fosse la “migliore politica” di cui scrive papa Francesco. Dopo aver sottolineato questa coincidenza, l’on. Castagnetti ha trattato, nella mattinata, del magistero di papa Francesco e in particolare della Fratelli tutti, facendo notare due novità rilevanti: il papa non parte da una teoria o un’idea per affrontare la realtà ma al contrario è la sua analisi della realtà che determina la sua meditazione e riflessione teorica; egli non propone soluzioni preconfezionate ma richiama l’attenzione sui problemi, le sofferenze e le contraddizioni che attraversano la società contemporanea, con un forte invito ad allargare lo sguardo oltre i confini e i margini prefissati, per includere anche gli ultimi e gli scartati di cui spesso non si sa o non si vuole tenere conto.
Questo magistero si inserisce, purtroppo, in un contesto generale caratterizzato non solo dalla “globalizzazione dell’indifferenza” più volte denunciata da Francesco, ma anche dalla prevalenza di una disumanità spicciola e pervasiva, che si intreccia con l’incapacità di preservare e trasmettere alle generazioni successive il creato così come l’abbiamo ricevuto, ciò che non manca di suscitare aspri contrasti generazionali. E se Francesco lamenta “l’abilità di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo […] al servizio del proprio progetto personale e della propria permanenza al potere […] fomentando le inclinazioni più basse ed egoistiche di alcuni settori della popolazione” (Fratelli tutti, 159), ciò avviene anche per la strategia di adattamento interessato al processo di secolarizzazione adottato dalla chiesa italiana per lungo tempo, nella ricerca di agganci con il mondo della politica e della cultura che permettessero di tutelare quelli che si ritenevano essere i suoi interessi. La “migliore politica” deve, al contrario, partire in primo luogo dal dialogo con tutta la società, dall’ascolto del suo tempo.
Quest’ultimo spunto è stato ripreso dall’on. Castagnetti al pomeriggio, parlando di politici cristiani di un’altra epoca: la partecipazione cattolica all’Assemblea costituente e il ruolo decisivo di Giuseppe Dossetti nella redazione di alcuni degli articoli più importanti della nostra Costituzione, con l’apporto prezioso di uomini della sua stessa formazione come Giorgio La Pira e Aldo Moro, come pure grazie al confronto spesso serrato ma mai frettoloso o irrispettoso con figure di tutt’altra ispirazione politica come Palmiro Togliatti e Lelio Basso. Fu questo ascolto a porre le basi per un dialogo il cui frutto fu la nostra Costituzione che in alcune sue formulazioni seppe andare oltre la tradizione ricevuta per raggiungere una sintesi coraggiosamente avanzata.
Conclusa quella che è stata molto più di una digressione storica, si è aperto lo spazio per interventi da parte degli ospiti presenti, tra cui alcuni sindacalisti che hanno lamentato la crisi degli stessi sindacati, per la crescente incapacità di porsi in ascolto degli ultimi e dei lontani; proprio dall’ultima domanda, l’on. Castagnetti ha tratto spunto per evidenziare il ruolo fondamentale della scuola quale presidio di formazione alla cittadinanza e alla democrazia, reso ancora più dirimente dal progressivo venire meno di altri presidi sociali come la famiglia e l’associazionismo tanto laico quanto cattolico.