Sintesi dei lavori del 15 maggio

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Il VII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità della Riforma, sul tema “Riformare insieme la chiesa”, si è aperto venerdì mattina alle ore 9 con l'intervento del priore Enzo Bianchi, che ha sottolineato che la riforma della chiesa non è un evento circoscritto nella storia, ma un’esigenza evangelica sempre viva, che riguarda ogni chiesa e il cui fine è il ritrovamento dell’unità visibile, “plurale e sinfonica”, delle chiese.
Nella sua relazione Hans-Christoph Askani ha poi sostenuto che tutte le chiese devono sempre riformarsi, per restare fedeli a se stesse. “La riforma costituisce paradossalmente il mezzo di conservazione della chiesa”, ha sottolineato il professore di Ginevra.
Ha chiuso la sessione mattutina Luciano Manicardi, monaco di Bose, il quale ha messo in luce la dimensione spirituale della riforma, che è un “impossibile praticabile” opera dello Spirito santo e avviene sotto l'influsso della grazia.


Alla sessione pomeridiana, apertasi alle 15.00, sono intervenuti Félix Moser, professore alla Facoltà di teologia di Neuchâtel, che ha proposto la sfida ecumenica del proclamare Cristo come esempio e sacramento, in modo da “dire la pertinenza del messaggio cristiano nella società attuale”; François Lestang, prete della comunità di Chemin Neuf e insegnante di Nuovo Testamento alla Facoltà di teologia dell’università cattolica di Lione, che ha raccontato la sua esperienza di vita comune ecumenica, insieme ad altre due sorelle che vivono nella stessa comunità. Infine, il professor Jérôme Cottin di Strasburgo ha proposto un itinerario attraverso l’arte, mostrando come sia possibile un percorso dall’arte confessionale a un’arte ecumenica. La giornata, ricca di spunti di riflessione, si è conclusa con un dibattito.