Si parte!

Foto di Alexander Milo su Unsplash
Foto di Alexander Milo su Unsplash

Incominciamo un viaggio. Come in ogni viaggio, si fa conoscenza di se stessi. Una scoperta resa possibile dagli incontri e dagli accadimenti che costellano il viaggiare. Eventi dei quali non disponiamo ma che ci chiedono di posizionarci. Quale viaggio? Quello di un predicatore itinerante di nome Gesù.

Non ha una casa. Gira fra i villaggi, incontra le folle lungo le strade, visita Gerusalemme, attraversa più volte un lago… Dove arriva reca la novità di un nomade. Non è definito dalla rete normale che costruisce le identità nel suo tempo: è membro di un clan; in quanto maschio è figlio di, fratello di, marito di, padre di; fa questo lavoro, appartiene a questo movimento religioso… è libero da tutto ciò. Gesù crea spazi di libertà intorno a sé, dove anche le altre persone scoprono di poter essere altro rispetto ai confini della rete. Intuiscono che il loro desiderio può non restare dentro il perimetro che la società stabilisce per loro. Che possono essere diverse. Gesù desidera un mondo più vasto per tutti gli esseri umani.

Non sa in anticipo che cosa gli accadrà. Una cosa è essere accolto in casa di Marta, Maria e Lazzaro, un’altra in quella di Simone il fariseo, un’altra ancora in quella di Zaccheo il capo dei pubblicani. Gesù non sa chi incontra per strada. Una cosa è incontrare un anonimo lebbroso, un’altra una vedova che ha perso l’unico figlio, un’altra ancora un gruppo di farisei oppure un essere umano in balìa dei suoi mostri interiori… Ognuno di questi incontri pone a Gesù una domanda: come ti poni verso di me? Che cosa farai? Ti difenderai da me come gli altri? Oppure… Ogni incontro diventa un esercizio di alterità.

Ospitando nel proprio corpo il mistero rappresentato dalle altre persone Gesù è divenuto quell’essere umano che conosciamo attraverso i vangeli. Gli incontri lo trasformano e lo rendono predicatore di un regno di Dio che è un albero nelle cui fronde ogni uccello trova riparo. Un regno che l’unica cosa che esclude è appunto l’esclusione…

Che cosa succede in lui? Impara a guardarsi attraverso l’altro, attraverso il suo sguardo, la sua prospettiva, la sua situazione, il suo vissuto. Si decentra e destabilizza. Diviene cosciente della relatività della sua visuale. Della propria particolarità. In questo modo, lui, riceve dalle altre persone il mistero di quel Dio per il quale vive. Scopre un legame fra sé e l’altro proprio nello sguardo diverso che l’altro gli dà. Infine intuisce che nell’aver cura dell’altra persona egli ha cura di sé. Da qui comprende la fraternità fra gli esseri umani in termini più ampi rispetto alla terra e al sangue.

Gesù si conosce non in maniera statica ma dinamica attraverso la trasformazione di sé come essere umano e come credente che l’incontro rende possibile. Lo spazio di libertà che crea attorno a sé, egli è il primo ad averlo vissuto grazie agli incontri.

Viaggiare quest’anno con lui forse potrà significare per ciascuna e ciascuno di noi viaggiare in modo diverso negli incontri che viviamo.


Ogni mese ci accompagnerà una canzone. Sceglieremo canzoni in cui accade quell’incontro e quel meticciato, quella contaminazione reciproca che ci trasforma in esseri ospitali. Canzoni in cui l’incontro fra mondi diversi è promessa di pace e custodia della libertà.

Per gennaio è “Oltre il ponte” eseguito dagli allievi del Teatro stabile di Torino. Nel video all’inizio si danno sia le informazioni sul testo sia sugli allievi. È Gabriele Vacis, direttore della scuola e registra teatrale