La solitudine del cuore
Senza la solitudine del cuore l'intimità dell'amicizia, del matrimonio e della vita comunitaria non può essere creativa. Senza la solitudine del cuore, nei nostri rapporti con gli altri noi saremo poveri ed avidi, viscidi e soffocanti, dipendenti e sentimentali, sfruttatori e parassiti, perché senza la solitudine di cuore non potremo percepire gli altri come diversi da noi stessi ma solo come persone da usare per il soddisfacimento dei nostri bisogni personali, spesso celati.
Il mistero dell'amore consiste nel fatto che esso protegge e rispetta la «solitarietà» dell'altro, creando lo spazio libero in cui egli può convertire l'isolamento in una solitudine da spartire. In quella solitudine ci si rafforza a vicenda per mezzo di un mutuo rispetto, di una considerazione sollecita delle rispettive individualità, di una lontananza rispondente alle reciproche intimità e di una comprensione riverente della sacralità del cuore umano. In tale solitudine ci si infonde l'un Paltro il coraggio necessario per scendere nel silenzio dell'intimo dove si scoprirà la voce di Dio che chiama ad una nuova comunione, al di là dei confini dell'umana socievolezza familiare. In tale solitudine si acquista pian piano coscienza della presenza di Colui che stringe in un abbraccio unico amici ed amanti, ed offre la libertà di amarsi l'un l'altro, perché «egli ci ha amati per primo» (1 Giov 4,19).
H.J.M. Nouwen, Viaggio spirituale per l’uomo contemporaneo, Queriniana, Brescia 2004