Pienezza della legge è l’amore

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11 marzo 2025

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 5,13-19 (Lezionario di Bose)

In quel tempo Gesù disse:"13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. 17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.


“Chi trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare lo stesso sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà sarà considerato grande nel regno dei cieli”

Trasgredire o osservare precetti minimi e insegnare a fare lo stesso è ciò che fa la differenza tra l’essere considerati minimi o grandi nel regno dei cieli. Ma cosa significa trasgredire o osservare precetti minimi? 

Una prima considerazione che si può fare è che nel testo di oggi non siamo chiamati a osservare o trasgredire grandi precetti. Non siamo chiamati a fare cose grandi al di là delle nostre forze. Noi invece facilmente pensiamo che per arrivare a valere qualcosa occorra fare grandi cose, cose al di là delle nostre forze, cose da supereroi… a questo proposito viene in mente una bella preghiera che la sapienza della chiesa ci invita a recitare prima di andare a dormire: “Signore il mio cuore non si esalta, i miei occhi non guardano troppo in alto, non vado in cerca di cose grandi, di grandi azioni al di là delle mie forze. No, io raffreno il mio cuore nella quiete e nel silenzio, come un bambino svezzato in braccio a sua madre in me è tranquillo il mio cuore. Attendi il Signore, Israele da ora e per sempre” (Sal 131).

La differenza sta in che cosa intendiamo con “osservare”. Spesso il termine con cui viene normalmente tradotto “osservare” ha un’altra possibile traduzione che può davvero illuminarci: “custodire”. Però in questo caso il termine utilizzato nei testi originali ne ha un altro che alla lettera significa semplicemente: “fare”; infatti, altre traduzioni del nostro testo propongono: “mettere in pratica”. Tutto si gioca su questi verbi: osservare, custodire, fare/mettere in pratica.

C’è un’osservanza dei precetti che rischia di essere una ricerca di perfezione fine a sé stessa in una logica che rasenta il legalismo in cui, se riesco a osservare il precetto, mi metto al sicuro da possibili sanzioni, mi garantisco una ricompensa, mi sento a posto. In altri termini sto tranquillo perché ho fatto ciò che dovevo fare e non ho fatto ciò che non dovevo fare.

Il custodire ha una sfumatura nettamente diversa in cui il precetto viene adempiuto con un’osservanza amorosa. Osservanza amorosa in cui il legalismo svanisce perché si è compreso che il fine del precetto non è la semplice non-trasgressione. Certamente la trasgressione va evitata perché è attraverso un preciso adempimento che si punta alla perfezione dell’amore. Però l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore” (1Gv 4,18).

Dunque, è l’amore che scaccia il timore del castigo e fa giungere alla pienezza della legge. Pienezza della legge che non è l’osservanza scrupolosa del precetto ma la custodia dell’amore. “Pienezza della legge è l’amore” dice Paolo (Rm 13,10). 

Il compimento della legge che Gesù è venuto a portarci e a cui oggi siamo richiamati nel nostro brano (Mt 5,18) è proprio l’amore. Quell’amore che la legge ci insegna a custodire per diventare sale che dissolvendosi da sapore e luce che posta in alto illumina.

fratel Dario a Cellole