Credere l’incredibile è possibile
23 aprile 2025
Dal Vangelo secondo Luca Lc 24.36-49
In quel tempo 36mentre i discepoli parlavano , Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
“Ma se Cristo non è risorto vana è la vostra fede” (1Cor 15,17). Ecco il forte grido di san Paolo ai cristiani increduli di Corinto. Dunque, se, come i discepoli, abbiamo dubbi sulla resurrezione, significa che la nostra fede è vuota e vana?
Gesù ci chiede: “Perché siete turbati e sorgono dubbi nel vostro cuore?”. Gesù il Risorto è in mezzo a loro, e invece di vedere e riconoscere il loro compagno degli inizi, che è sempre stato in mezzo a loro, loro vedono un fantasma, qualcosa di evanescente e vuoto. Forse vedono il vuoto della loro fede che la presenza stessa del Risorto mette in evidenza.
La vita dei discepoli è stata sconvolta dalle troppe sofferenze appena vissute, sconvolgenti. Hanno vissuto la morte dell’amico e maestro, e le sue conseguenze; saranno oppressi, straziati dal senso di colpa per la loro fuga, il rinnegamento, il tradimento e anche preda della paura delle autorità. Avranno avuto il sentimento di aver vissuto qualcosa di insensato e che il maestro li abbia ingannati.
Forse ora, la presenza, innegabile, di Gesù condivisa fra loro è troppo incredibile per essere creduta. Suscita stupore e incredulità. La pace profonda che Gesù offre, che non giudica, che non condanna, ma che li chiama ad una nuova comunione, è sconvolgente. È sconvolgente perché si ritrovano immersi nella “logica” divina dell’amore a tutti costi, e fanno fatica ad accoglierla, a credere.
L’amore vero, gratuito è incredibile. L’insegnamento di Gesù, la sua compagnia, il suo modo di vivere e dunque di morire sono stati una chiamata alla sequela, cioè a convertire la loro vita alla “logica” di Dio, a immagine di Gesù.
Ma, come loro anche noi, quando siamo confrontati, in mezzo alle nostre sofferenze e confusioni, alla logica del Risorto, alla sua presenza amante e gratuita, non ci possiamo credere.
Come credere che la nostra incredulità svelata possa essere accolta e perdonata? Con il perdono, la nostra dignità e il nostro valore ci sono rivelati, e Dio ci mostra quello che siamo per Lui: figlie e figli amati, al di là di quello che abbiamo fatto e di quello che abbiamo vissuto.
Il Risorto ci ricorda che le ferite del passato possono essere assunte come lui le ha assunte: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!”. Quello che ha subito nel suo passato, egli l’ha convertito nella logica del Padre suo. Il passato è nostro, ma se lo vogliamo e lo crediamo è anche suo. Può essere convertito, rappacificato e riconciliato in lui.
Il Risorto ci ricorda che ha mangiato con i discepoli, “Avete qui qualche cosa da mangiare?” Ci ricorda che mangia tuttora con noi quando accogliamo il suo invito, per attuare una comunione con lui.
Il Risorto ci ricorda che nelle Scritture troviamo il senso della nostra vita nella logica di Dio. Cristo ci offre la sua presenza e la sua vita compiuta: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno”, vita compiuta che è segno e speranza per il compimento, in lui, della nostra. La nostra risurrezione trova spazio nella sua.
Il Risorto ci ricorda che siamo chiamati ad essere dei testimoni della logica di Dio, del suo dono di amore e riconciliazione per chiunque, con la forza del suo Spirito Santo.
sorella Sylvie