Un momento di verità

Foto di USGS su Unsplash
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26 aprile 2025

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 21,15-25

In quel tempo15Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». 20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». 22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.


Dopo aver incontrato i suoi discepoli presso il mare di Tiberiade e aver mangiato insieme a loro, Gesù risorto si rivolge più particolarmente a Pietro in un dialogo intenso. Per tre volte gli chiede: “Mi ami tu?”. Questa triplice domanda richiama il triplice rinnegamento di Pietro nella notte della Passione. 

Quella notte segnò una crisi profonda nel gruppo dei discepoli. Di fronte alla separazione da Gesù tutti vennero meno: Giuda lo tradiva e lo consegnò, Pietro lo rinnegò e gli altri fuggirono. 

Ora questo incontro di Tiberiade di Gesù con i suoi discepoli e in particolare con Pietro è un momento cruciale di riconciliazione: il Risorto si avvicina a loro senza condanna né rimprovero

La triplice domanda a Pietro “Mi ami tu?” lo mette a nudo nella sua situazione interiore. Per due volte Gesù usa il verbo agapao (amare fino a dare la propria vita), mentre Pietro risponde con phileo (amare amichevolmente), segno, sì, di un amore sincero, segnato però dal limite e da egoismi, come è il nostro solito amore umano. Alla terza volta, Gesù si adegua a Pietro e usa anch’egli phileo, condiscendendo alla debolezza del discepolo. 

Il dialogo con Gesù porta Pietro nel luogo della sua verità. Ed è da lì che deve ripartire. Pietro aveva negato di conoscere Gesù. Era importante ritornare a quel momento e mettere allo scoperto questa colpa nell’incontro con il Risorto. È l’unica possibilità per Pietro (come per tutti noi) di poter ripartire e ritrovare un'autentica relazione con Gesù. 

È il Signore stesso a rilanciare il rapporto rinnovando la sua chiamata e chiedendo a Pietro di pascere le sue pecore. Pietro, ormai pienamente consapevole della sua debolezza, e dell’immenso amore del Signore, riconosce che questa consapevolezza sarà il fondamento del compito affidatogli. Saprà confermare i fratelli e le sorelle nella fede, comprendere i loro smarrimenti, riconoscere i loro doni, e ricordare che non c’è altra forza se non l’amore, l’amore del Risorto, che li guida sulla via della vita piena.

La sua missione sarà testimonianza della resurrezione. In due sensi: testimonianza della resurrezione del Signore, della presenza del Vivente in mezzo a loro, e sarà opera di risurrezione nella vita di chi gli verrà affidato.

Gesù prosegue con una profezia sul destino di Pietro: “Quando eri giovane ti vestivi da solo… quando sarai vecchio… un altro ti porterà dove tu non vuoi”. È con questo tipo di morte che Pietro glorificherà Dio (v. 19). Subito dopo, Gesù gli dice: “Seguimi”. È un invito che lega l’amore alla sequela fino al dono della vita.

Alla domanda su cosa ne sarà del discepolo amato, la risposta di Gesù sembra enigmatica: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi!” Ma non lo è. Ogni discepolo ha una vocazione unica, che Pietro deve rispettare e accompagnare. La chiamata è del Signore. Pietro è l’umile servo che deve aiutare i suoi fratelli e le sue sorelle a far fiorire questa loro chiamata e a compaginarla in una santa comunione.

sorella Alice