Per te, chi è Gesù?

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

5 settembre 2025

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 5,33-39 (Lezionario di Bose)

In quel tempo, gli scribi e i farisei 33dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». 34Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? 35Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
36Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. 37E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. 38Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. 39Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: «Il vecchio è gradevole!»


Forse questa pagina del vangelo ci vuol dire che anche il rapporto con il cibo è anzitutto un evento di relazione.

Ma forse questa pagina ci vuole indurre anche a un’altra riflessione. Proviamo a pensarci: se fossimo stati al tempo di Gesù e lo avessimo visto fare quello che faceva non sarebbero forse sorti anche in noi degli interrogativi, se non anche delle diffidenze? Troppo in fretta cataloghiamo gli interlocutori di Gesù come suoi cattivi nemici, che noi non saremmo mai stati, perché noi lo capiamo bene Gesù.

Ma proviamo a metterci nei panni di questi farisei (parola che non coincide automaticamente con ipocriti), vale a dire con questi zelanti osservanti dei precetti della legge, che cercavano il Signore nell’osservanza rigorosa dei suoi precetti e dei precetti che la tradizione orale faceva derivare da quelli scritti e dati dal Signore a Mosè. Anche a noi, di fronte a cristiani che mostrassero di non osservare le usanze consolidatesi da anni in merito alla pratica della vita di fede e che allo stesso tempo si presentano come maestri di vita e della fede cristiana, non ci verrebbe perlomeno da chiederci perché lo fanno?

Spesso ci viene da anestetizzare la domanda che salirebbe spontanea dai nostri cuori e che forse ci destabilizzerebbe un po’; ci viene da anestetizzarla bollando gli interlocutori di Gesù come persone in malafede, ipocrite, a lui ostili, come “uomini religiosi” (ma cosa vuol dire quest’espressione perché la carichiamo di una valenza così negativa?), come persone attaccate all’osservanza letterale della precettistica e senza misericordia, come persone incapaci della libertà del vangelo e dal cuore indurito, attaccate a un’ascesi sterile e priva di senso, incapaci di vivere la gioia della relazione e della comunione, come falsi credenti che confidano di più nella propria osservanza che non nella misericordia del Signore. Ma noi no, noi non siamo così, noi siamo diversi! La demonizzazione dell’interlocutore ci induce a pensarlo altro da noi, e magari ne rendiamo anche grazie al Signore. Ma così facendo e pensando non ci comportiamo diversamente proprio da quel fariseo che ringraziava il Signore di non essere “come gli altri uomini” (Lc 18,11) e che dalla sua preghiera al tempio Gesù ci dice che non tornò a casa giustificato (cf. Lc 18,14).

Invece, si tratta di prendere sul serio la domanda di senso che sorgerebbe spontanea dal nostro cuore, perché essa ci pone di fronte all’unico fatto veramente decisivo: la risposta non sta, infatti, anzitutto in una teoria, ma nel fatto che colui che compie queste azioni e che le rende lecite è Gesù. È quel Gesù di Nazaret che cammina lungo le strade e attraverso le città della Galilea che fa la differenza. Se le stesse cose le avesse fatte un’altra persona avrebbero avuto un altro senso, ma se le fa lui e se lui le rende lecite allora la cosa cambia. Allora c’è da chiedersi davvero perché, allora forse c’è qualcosa di importante che non capisco e che ho bisogno di imparare, anche se magari mi destabilizza nelle mie sicurezze e consuetudini.

Ecco la domanda e la risposta che questa pagina del vangelo, come del resto molte altre analoghe, ci pone: per te chi è Gesù?

sorella Cecilia