Tutti vivono per lui

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

22 novembre 2025

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 20,27-40 (Lezionario di Bose)

In quel tempo, 27si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcunoche ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
39Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». 40E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.


Cosa significa credere alla resurrezione e dunque vivere di conseguenza?
Il brano di oggi ci dà alcune indicazioni semplici e chiare, e altre un po’ più difficili.
È interessante notare come sia i sadducei che Gesù citano Mosè (v. 28 e v. 3). 

Occorre però aver presente che le Scritture possono essere strumentalizzate per sostenere le proprie convinzioni invece di considerarle il riferimento basilare del nostro pensare, del nostro parlare e del nostro agire. I sadducei sembrano vittime dei loro ragionamenti e delle loro convinzioni. Citano la legge che voleva garantire la discendenza a qualcuno che moriva senza avere figli e vi rimangono intrappolati pensando che una donna debba necessariamente essere moglie di un uomo non solo in questa vita ma anche dopo la morte.

Gesù risponde in due momenti. Comincia con alcuni ragionamenti di non immediata comprensione spiegando che nel mondo futuro non tutto sarà uguale a quello presente. Sposarsi non sarà più necessario. Con questo non dice che il matrimonio non abbia senso, ma vuole gettare una luce sul fatto che, anche la situazione di chi non si sposa, può avere senso pur essendo in una situazione di mancanza. E questo sia per chi sceglie di non sposarsi per una maggiore intimità con il Signore, sia per chi rimane celibe indipendentemente dalla sua volontà o dalle sue possibilità.

Poi Gesù continua e mostra come Mosè e le sacre Scritture tradizionalmente attribuite a lui sostengono che i morti risorgono.
Vediamo come Gesù sappia interpretare correttamente le Scritture non tanto per sostenere le proprie convinzioni come fatto dai sadducei, ma per discernere in esse la volontà di Dio. Volontà di Dio che è sempre volontà di vita, di vita piena, di vita che, anche se attaccata da forze mortifere, riuscirà ad avere l'ultima parola. Infatti: “Dio non è dei morti ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”. Bellissima questa affermazione. Affermazione dedotta dalla citazione di Esodo 3,6 in cui si afferma: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe". 

Per noi cristiani l’affermazione: “perché tutti vivono per lui” trova varie risonanze in alcuni passi delle lettere paoline che troviamo citate a margine di parecchie edizioni della Bibbia.

Una si riferisce alla lettera ai cristiani di Roma: “Cristo morì per il peccato una volta per tutte, ora invece vive e vive per Dio” (Rm 6,10). Poi continua affermando che, se questo è valido per Cristo è valido anche per noi: “Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù”. Ciò che infatti minaccia la nostra vita in pienezza è la forza mortifera di ciò che Paolo chiama peccato e che noi possiamo più semplicemente chiamare male. Questa forza mortifera è stata vinta dal Signore Gesù che è stato risuscitato da Dio e ora vive per Lui, cioè grazie a Lui, e in forza di Lui. 

In chiusura del nostro testo alcuni scribi commentano dicendo a Gesù: “Hai parlato bene”. Gesù ha parlato bene perché pensa bene e agisce bene. E questo bene Gesù lo ha attinto alla volontà di bene con cui il Signore Dio ha ispirato le Scritture. Credere in questa volontà di bene che tutti precede e accompagna, è credere alla resurrezione.

fratel Dario a Cellole